Estero

Belgio, slitta a dicembre la decisione sull'estradizione di Puigdemont

17 novembre 2017
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Un’ora di udienza a porte chiuse, poi tutto rimandato al 4 dicembre. Ma il destino di Carles Puigdemont e dei quattro ministri catalani che l’hanno accompagnato nell’esilio o nella fuga in Belgio non sarà deciso nemmeno allora. Per la corte belga che deve pronunciarsi sul mandato di arresto europeo chiesto dalla giustizia di Madrid servirà con ogni probabilità un’ulteriore decina di giorni. Senza contare eventuali ricorsi. Insomma, l’ex ’President’ può stare tranquillo: il 21 dicembre, giorno delle elezioni in Catalogna, lui e i suoi saranno ancora a Bruxelles. Il dirigente indipendentista catalano, incriminato in Spagna per ribellione, sedizione, storno dei fondi pubblici e disobbedienza all’autorità, è arrivato al Palazzo di giustizia senza farsi vedere dalla folla di giornalisti e cameraman appostati all’esterno.

Probabilmente è entrato e uscito con un minivan dai vetri oscurati. La prima udienza è servita al pubblico ministero per chiedere l’esecuzione del mandato d’arresto, anche se con una formulazione giuridica difforme rispetto alla richiesta spagnola, viste le differenze tra i due sistemi giuridici. Gli avvocati avranno due settimane per presentare le loro osservazioni scritte. Se la decisione della corte fosse loro sfavorevole, già minacciano ricorsi in tutti i gradi di giudizio. Con i tempi previsti dal sistema belga, si calcola che serviranno almeno due mesi per arrivare a un pronunciamento. "Rispetterò qualsiasi decisione della giustizia belga", ha assicurato il premier spagnolo Mariano Rajoy. Intanto in Spagna per Puigdemont c’è già una cella pronta.

Una singola nel carcere di Estremera, vicino a Madrid, dove già sono detenuti otto membri del suo ’Govern’ destituito. A dare i dettagli sulle eventuali condizioni della sua detenzione è stata la giustizia spagnola, dopo una richiesta di informazioni arrivata dalla procura belga. Alla vigilia dell’udienza, Puigdemont e i ministri sono stati fotografati a cena da Lorin Parys, deputato del partito nazionalista fiammingo del partito N-Va, i cui membri non hanno mai nascosto le forti simpatie per la causa catalana. Creando non pochi imbarazzi diplomatici con Madrid al premier belga Charles Michel, che governa insieme ai fiamminghi. A Goteborg per un vertice europeo, Michel e Rajoy oggi si sono fatti fotografare insieme, sorridenti, in un incontro bilaterale: tra Spagna e Belgio, sembrano voler dire, nessun problema.

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