Locarno Festival 69

Jane Birkin, una storia sexy

Jane Birkin
6 agosto 2016
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di Franco Cavalleri

Sognava di diventare infermiera - “Mi sono sempre sentita portata verso l'aiutare chi soffre, nel portare conforto alle persone” -, è diventata l'icona sexy di almeno un paio di generazioni, se non tre. È Jane Birkin, la cantante e attrice britannica, protagonista, negli Anni Sessanta e Settanta, di alcuni dei momenti più 'scandalosi' (per l'epoca). Canzoni come “Je t'aime, moin non plus”, del 1968, con il compagno Serge Gainsbourg, o film come “Blow up” del maestro del cinema italiano Michelangelo Antonioni.

 Icona della libertà sessuale, della Swinging London, del fashion, eppure Jane Birkin proviene da una famiglia assolutamente normale, anzi piuttosto rigida come educazione. Il padre era militare, e lei stessa si ritiene timida, molto timida. Ieri lo ha raccontato al pubblico: “Ma per me, interpretare ruoli di giovani donne molto disinibite è stato facile: era come mi sentivo io, era come interpretare me stessa”.

 Del film che l'ha lanciata come icona, “Blow Up”, e di Michelangelo Antonioni, ricorda che “girare con lui è stato fantastico. Molto impegnativo, anche. Michelangelo amava realizzare nello stesso giorno, nello stesso momento, scene anche molto lontane tra loro nella storia, nel film. Per un attore, un impegno molto elevato. E pretendeva sempre il meglio da un attore”.

 Non doveva nemmeno farlo, quel film. “L'avevano proposta a Isabelle Adjani, quella parte. Ha detto di no, allora l'hanno data a me”.

Problemi con il marito per le scene più spinte? “Nessuno, assolutamente. Non si poteva provare gelosia nei confronti di un maestro del cinema come Antonioni”.