
Matteo Pronzini torna alla carica sul caso Argo 1 con una nuova interpellanza al Consiglio di Stato. Secondo il deputato dell'Mps le domande poste in precedenza dal suo partito e dal Ps sono "rimaste senza risposta", suscitando ulteriori interrogativi.
Il deputato dell'Mps chiede nuove delucidazioni sulla (temporanea) sospensione dell'ex dipendente della Argo 1, ora in forza a Securitas: Paolo Beltraminelli aveva detto in aula che Securitas aveva deciso autonomamente di sospenderlo, ma dallo scambio di mail tra il capodivisione dell'azione sociale e delle famiglie Renato Bernasconi e il capo della Securitas Stefano Moro emerge il contrario. Bernasconi scriveva: “Egregio Sig. Moro, caro Stefano, come anticipato verbalmente, a seguito delle informazione apparse sui media, a titolo cautelativo ti chiediamo di non voler impiegare il vostro agente (...)". Pronzini si chiede quindi: "Se Bernasconi e Moro si erano già parlati e la Securitas ha preso autonomamente la decisione di sospendere l’agente, che bisogno c’era di inviare un email?"
Pronzini chiede poi delucidazioni sulla perquisizione effettuata a casa dell'ex agente della Argo 1, a seguito delle indiscrezioni ("poi rivelatesi false") pubblicate dal 'CdT' secondo cui la residenza ticinese era solo fittizia: "Come mai, secondo quanto ha dichiarato Gobbi, la perquisizione è stata ordinata dall'Ufficio della migrazione e non dall'autorità giudiziaria?".