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Salario minimo, Vitta: ci vuole un esercizio di convergenza. Delcò Petralli: o si alzano le soglie o sarà referendum.

(Gabriele Putzu)
11 novembre 2017
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"Bisogna rendersi conto che su temi di questo tipo che dividono l'opinione pubblica o si fa un esercizio di convergenza, e quindi ognuno lascia qualcosa sul campo per un interesse superiore", nel caso concreto l'entrata in vigore del salario minimo, "oppure si resta su posizioni estreme, con il rischio che tutto si blocchi per anni, nei quali si andrà avanti a discutere".  Intervenendo nel tardo pomeriggio al dibattito organizzato dai Verdi, in coda alla loro assemblea, il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta ha difeso e motivato la soluzione governativa contenuta nel recentissimo messaggio al parlamento. Ma sulla forchetta (soglia minima 18,75 franchi all'ora, massima 19,25) indicata dal Consiglio di Stato per tradurre in pratica il salario minimo differenziato in Ticino, voluto dagli ecologisti e accolto dal popolo nella votazione del 2015, i Verdi non ci stanno. Lo ha ribadito, sia nella tavola rotonda sia durante l'assemblea, la deputata ed ex coordinatrice del partito Michela Delcò Petralli. "Se il parlamento non cambierà i parametri suggeriti dal governo, se non alzerà le soglie, lanceremo il referendum. Lo dobbiamo alle cittadine e ai cittadini che hanno approvato la nostra iniziativa". Insomma, le proposte governative "non ci soddisfano in alcun modo", ha sottolineato ancora Delcò Petralli: la forchetta prospettata dal messaggio, ha rincarato, "non rispetta la definizione di salario sociale". Per il capogruppo Francesco Maggi "bisogna riuscire in Gran Consiglio a migliorare le proposte del Consiglio di Stato". 

L'ex coordinatrice sul pacchetto fiscale: doveroso sottoporlo al popolo

Durante l'assemblea (una cinquantina i presenti), svoltasi a Bellinzona nella sala del Consiglio comunale,  si è pure accennato al pacchetto fiscale confezionato da governo e commissione Tributaria, sul quale il Gran Consiglio si pronuncerà ancora questo mese. Pacchetto, ha evidenziato Delcò Petralli, che per l'ente pubblico "si tradurrà in un minor introito fiscale per 50 milioni di franchi": quanto alle misure sociali, "non convincono per niente, sono uno specchietto per le allodole affinché gli sgravi vengano approvati". Visto l'impatto della manovra "è doveroso sottoporla al popolo". Con un referendum, peraltro già ventilato "da alcuni sindacati qualora il parlamento dica sì a questo pacchetto". L'unico alleggerimento fiscale condiviso da Delcò è quello, varato nei giorni scorsi dal Gran Consiglio, a  favore delle startup.

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