Una culla per madri in difficoltà: a Bellinzona un'idea per accogliere i più piccoli richiedenti l'asilo

L’arrivo di un figlio è un lieto evento per ogni mamma, ma può anche essere fonte di preoccupazione per chi non ha i mezzi per accogliere il neonato. Per dare sostegno concreto a queste famiglie in difficoltà, l’associazione DaRe sta realizzando delle ‘Scatole nascita’ contenenti beni di prima necessità, e che svuotate potrebbero trasformarsi in culle accoglienti e sicure per neonati. Le prime cinque saranno pronte a breve e verranno distribuite nei prossimi giorni, mentre le altre novantacinque verranno preparate nel magazzino dell’associazione, in via Belsoggiorno 2 a Bellinzona, e distribuite man mano che si presenterà la necessità direttamente dall’ideatrice del progetto, l’infermiera pediatrica Nathalie Rossi, e da altre collaboratrici coadiuvate dalle levatrici indipendenti di Bellinzona.

«L’idea – rileva Rossi – nasce dall’incontro con molte mamme richiedenti l’asilo che non hanno i mezzi per garantire al proprio piccolo uno spazio sicuro e accogliente, faticando a raccogliere quanto indispensabile per il neonato». Si tratta di bambini che nascono durante il viaggio o sul nostro territorio; a segnalare eventuali bisogni all’associazione sono le levatrici e i reparti maternità degli ospedali. «Veniamo interpellate quando ci sono mamme che partoriscono e che essendo richiedenti l’asilo molto spesso non hanno il necessario per il rientro al domicilio», spiega Rossi.

Il progetto nasce ispirandosi a una realtà già consolidata in Finlandia, dove la scatola viene offerta a tutte le neomamme. Alle nostre latitudini, evidenzia la promotrice, vuole però essere un sostegno concreto, ma anche simbolico a chi è in difficoltà per la costruzione di una nuova dimensione genitoriale. «La consegna delle scatole favorisce inoltre lo scambio con queste famiglie, l’incontro permette di avvicinarci gli uni agli altri, dando avvio a una nuova rete che inciderà in maniera positiva sul benessere di questo nuovo nucleo familiare», aggiunge l’ideatrice del progetto.

Vestiti, bavaglini e pannolini

La scatola-culla è di 75 per 45 per 30 centimetri e contiene diversi beni di prima necessità, nuovi e acquistati dall’associazione e alcuni vestiti di seconda mano. Al suo interno si trovano diversi oggetti, tra cui: coperte, materassini, accessori per la cura personale, giochi, vestiti, pigiami, berretti, calze, salviettine, pannolini e bavaglini. La raccolta degli abiti usati avviene tramite richieste specifiche sfruttando il canale dei social media e delle conoscenze. «Nel progetto ci sono diverse mamme che ne conoscono altre. Così si raccolgono abiti di qualità e si dà una seconda vita ai vestiti per bimbi», evidenzia Rossi.

Magazzino e punto d’incontro

I vestiti raccolti vengono stoccati nel magazzino dell’associazione a Bellinzona, che negli ultimi tempi è divenuto anche un punto d’incontro. È infatti aperto ogni giovedì e nei suoi spazi sono state organizzate attività rivolte a richiedenti l’asilo, come corsi di cucito o di capoeira. L’infermiera spiega che le richieste di vestiario vengono segnalate anche da chi dirige i centri d’accoglienza per profughi in Ticino. Sempre più spesso però le richieste giungono dagli ospiti stessi poiché sanno che ogni giovedì il magazzino è aperto al pubblico, «quindi o di persona o per telefono veniamo a sapere di eventuali bisogni di mamme in dolce attesa».

DaRe ha avviato una collaborazione con l’associazione ‘strickwärme’ che realizza lavori a maglia e che prepara delle copertine da inserire in ogni scatola. Inoltre, vi sono delle persone volontarie che hanno creato dei pupazzetti e dei maglioncini che pure verranno inseriti nel ‘kit’. Per ora le scatole sono cento, ma se l’associazione riuscirà a trovare finanziamenti potranno esserne realizzate altre.

Sulla piattaforma online di crowdfunding www.progettiamo.ch è stata avviata una raccolta fondi.