Archivio

Unia: 'Un salario minimo di almeno 21 franchi all’ora altrimenti sarà referendum e nuova iniziativa!'

(©Ti-Press / Carlo Reguzzi)
1 settembre 2017
|

Il Ticino ha urgente bisogno di un salario minimo dignitoso per combattere la crescente povertà e le molte distorsioni che investono il mercato del lavoro. A sostenerlo è il sindacato Unia: "Se il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio, nell'ambito dell'attuazione dell'iniziativa 'Salviamo il lavoro in Ticino' approvata due anni fa, dovessero optare per una soluzione minimalista, il sindacato Unia Ticino, d'intesa con le forze politiche e sindacali interessate, promuoverà il referendum e lancerà una nuova iniziativa popolare".

Nonostante la recente sentenza del Tribunale federale che ha confermato la legittimità di un salario minimo cantonale unico come strumento di politica sociale, il governo ticinese sembra, secondo Unia (che se ne rammarica), voler prendere tempo. "Il nostro Cantone si trova ormai da anni stretto nella morsa del dumping salariale e si sta pericolosamente trasformando in una sorta di zona franca per imprenditori senza scrupoli, sempre più scollegata dal resto della Confederazione. Di qui l'urgenza di un intervento che finalmente fissi un salario minimo legale di almeno 21 franchi all'ora".

"Come emerge chiaramente da un'inchiesta pubblicata dal quindicinale di critica sociale e del lavoro area in edicola oggi (http://areaonline.ch/Salario-minimo-una-misura-di-politica-sociale-urgente-47b3d900), l'impatto sarebbe notevole: sono migliaia le persone che ne beneficerebbero". A dimostrazione della gravità del problema salariale in Ticino Unia fa notare che con un minimo legale di 20 franchi quasi 15mila lavoratori (di cui il 66 per cento donne) otterrebbero un aumento e con 21 franchi più di 20 mila persone, impiegate prevalentemente nell'ambito delle attività manifatturiere, amministrative e del commercio.

Unia annuncia pertanto di seguire con grande attenzione il dibattito che si svilupperà – si augura il sindacato – nei prossimi mesi e "già sin d'ora si prepara, insieme ai Verdi, al Partito socialista e a tutte le forze politiche, sindacali e sociali che lo vorranno, a promuovere il referendum nel caso in cui dal Parlamento dovesse uscire una soluzione indecente ed a lanciare contemporaneamente un'iniziativa popolare che preveda un salario minimo dignitoso".

Questa la conclusione del sindacato: "È ormai tempo di una svolta radicale in materia di politica economica. Una svolta che migliori le condizioni salariali di migliaia di persone, ponga un argine al fenomeno della sostituzione della manodopera residente e allontani dalla piazza imprenditori parassiti di cui la nostra economia non ha certamente bisogno".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔