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Sagan si professa innocente e la Bora lo spalleggia

(Christophe Ena)
5 luglio 2017
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Al Tour de France il “caso Sagan” terrà banco ancora a lungo. Non capita tutti gli anni che una delle grandi star della corsa, due volte campione del mondo e cinque volte vincitore della maglia verde venga cacciato di punto in bianco. Ieri la Bora, la squadra dello slovacco, ha presentato le immagini televisive della caduta, rallentate e con tanto di fumetti di commento, con il quale intende dimostrare che il primo contatto è avvenuto per colpa di Mark Cavendish e che Sagan ha alzato il gomito quando il britannico già era in fase di inesorabile caduta.

La verità, probabilmente, sta nel mezzo, ma intanto il Tour de France ha perso il suo protagonista più istrionico (Sagan) e uno dei velocisti più spericolati e spettacolari (Cavendish, frattura alla scapola).

Il campione del mondo, che dopo l'arrivo si è subito recato al motorhome della Bora per scusarsi con Cavendish, ha commentato questa mattina la decisione della giuria, davanti a un mare di microfoni e taccuini... «Cosa posso fare? Posso soltanto accettare la decisione, ma non la condivido. Nello sprint di martedì non ho fatto nulla di male. L'importante, però, è che Mark stia bene e che possa al più presto ristabilirsi. Mi dispiace davvero tanto per quel che è successo. L'avete visto tutti, si è trattato di uno sprint folle. Non è stato il primo e non sarà l'ultimo».

 

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