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Via il casellario, Roma: 'Decisione era nell'aria'

7 giugno 2017
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Nessuna sorpresa a Roma, in quanto la decisione presa a maggioranza dal Consiglio di Stato ticinese era nell'aria. Anche perché Berna e Roma, passando da Bruxelles, si erano impegnate a porre fine a una soluzione insostenibile.

«Da parte nostra siamo sempre stati molto chiari: via il casellario giudiziale, se volete firmare l'accordo sul nuovo sistema fiscale per i frontalieri», dice Vieri Ceriani, braccio destro del ministro Carlo Padoan, nella trattiva con la Svizzera, sui temi finanziari, che nel dicembre scorso ha parafato con la delegazione svizzera l'accordo fiscale per i frontalieri. «Un accordo che economicamente conviene anche a loro», aggiunge.

Ora cosa succede? «Per quanto mi riguarda la partita è chiusa. Ora tocca alla politica». Tocca ai due governi firmare. E l'impegno per quello svizzero è tutto sommato semplice, in quanto deve prendere atto che la tassazione sugli stipendi dei frontalieri scende dal 100 al 70 per cento e che non ci saranno più i ristorni dei frontalieri.

Più complessa la partita sul versante italiano, anche perché si parla con sempre maggior insistenza di elezioni politiche anticipate in settembre e la nuova tassazione rischia di diventare un tema caldo, non piacendo ai frontalieri che temono una stangata. Dopo la firma da parte dei due governi, l'accordo dovrà passare al vaglio del Parlamento italiano (Camera e Senato), chiamato alla stesura degli accordo attuativi. Perciò è difficile fare previsioni su quando materialmente entrerà in vigore il nuovo sistema fiscale  per i frontalieri. Il quale, ricordiamo, è improntato al rispetto di una maggior equità rispetto al sistema fiscale di tutti gli lavoratori italiani.

«Ma non bisogna dimenticare le specificità dei frontalieri - osserva Sergio Aureli, sindacalista Unia, vicepresidente del Consiglio sindacale interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte -. Gli aspetti che ancora debbono essere definiti riguardano la franchigia, le quote delle tasse da pagare, la gradualità della definitiva entrata a regime dell'accordo».

L'accordo parafato prevede che la franchigia, per abattere l'imponibile, sia di 7'500 euro (i sindacati ne chiedono 12'000), non dieci ma almeno quindici anni il periodo prima dell'entrata a regime. A conti fatti, considerato il fatto che i frontalieri avranno la possibilità di inserire nella nuova dichiarazione dei redditi diverse voci che attualmente non hanno (come i mutui, le spese sanitarie, le tasse scolastiche) le previsioni dicono che la stangata sarà solo per i redditi alti.

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