
«Mi sono visto la piazza venirmi addosso». Alex Brandino, 35enne residente a Ponte Capriasca ma originario d'Ivrea, era a Torino sabato sera per assistere alla finale di Champions League della 'sua' Juventus. E si trovava a sinistra del maxi schermo di Piazza San Carlo, quando improvvisamente la folla ha iniziato a muoversi. «Non ho capito perché, non ho sentito nulla, nessun colpo. Ma in un attimo la gente ha iniziato a spostarsi, un po' come quando capita una rissa. Ho pensato si trattasse di questo». Poi, in un attimo, le cose cambiano e si mettono male. «Mi sono visto la piazza venirmi incontro e mi sono ritrovato a terra. Una decina di secondi, per fortuna, poi non so se grazie a qualcuno o da solo mi sono rialzato – racconta alla 'Regione', ripercorrendo con la mente quei momenti concitati –. Ho iniziato a correre fino al primo bar sotto i portici, fuori dalla piazza. Mi sono rifugiato lì assieme a tanti altri feriti in preda al panico. Non capivamo cosa fosse successo». Fortunatamente per Alex solo qualche graffio e scarpe perse. «Ma niente di che. Sono stato davvero fortunato».
«Di gente che sanguinava ne ho vista tanta, davvero. È scandaloso quel che è successo». Perché i feriti – oltre 1'500 quelli medicalizzati – si sono soprattutto tagliati, cadendo a terra spinti dalla calca. Alex è arrabbiato e deluso. «Non si può tollerare. I controlli agli ingressi della piazza c'erano, ma tanto per capirci, davanti a me hanno lasciato passare un tizio con una bottiglia di spumante di vetro che sbucava dallo zaino...». Ma soprattutto, «se all'entrata dovevi lasciare il vetro e prendere i bicchieri di plastica per portarti dentro una birra, in piazza agivano indisturbati quei ragazzi che vendono bibite tenendole al fresco. Gli stessi che ti trovi ai concerti». Il problema è che vendevano bibite in bottiglie di vetro, che si sono ammassate sulla piazza. Quando si è scatenato il panico, il pavimento è diventato un campo tagliente... «Non capisco come non siano riusciti a fermarli prima, a controllare cosa stavano distribuendo».
Alex ha girato il mondo. Tifa Juventus e sabato sera, a mezz'ora da casa, c'era un super evento in piazza. «Una serata che doveva essere una festa. C'era un pacco di gente, soprattutto che arrivava da fuori città. Bellissimo». E invece... «Ho avuto davvero tanta paura. È questione di secondi, ma il cervello ti va in tilt: inizi a correre, immaginandoti un tir che è piombato sulla folla dietro di te o che ci sia qualcuno pronto a farsi saltare per aria. Purtroppo i terroristi ci sono riusciti. La psicosi a casa nostra».