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Caso Argo 1, il mandato diretto da 3,4 milioni di franchi. Beltraminelli: 'Contratto in prova firmato da me e dal capo Divisione. Poi rinnovo tacito'

13 marzo 2017
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Quasi tre milioni e mezzo (per la precisione 3'391'673 franchi). A tanto ammonta il mandato diretto attribuito dal Cantone alla Argo 1 in due anni e mezzo di collaborazione. A rispondere ai quesiti sull'agenzia di sorveglianza operativa dal 2014 nei centri provvisori di accoglienza dei richiedenti l'asilo è Paolo Beltraminelli davanti al plenum del Gran Consiglio, sollecitato da un'interpellanza di Giorgio Galusero (Plr).

«Anche la Procura ticinese sta svolgendo verifiche sul mandato diretto assegnato alla Argo 1, ma finora non risultano aperti procedimenti penali nei confronti di funzionari del mio Dipartimento – informa il capo del Dss –. Sul piano amministrativo, le procedure di assegnazione del mandato presentano delle anomalie. Ci sono state delle lacune formali e, bisogna ammetterlo, è mancata una risoluzione governativa che condividesse la modalità di gestione dei centri: la Divisione ha infatti proceduto a rinnovi taciti del mandato». Sarebbe questo il motivo, stando al consigliere di Stato, per cui il mandato diretto non è stato registrato nell'apposita lista pubblicata sul sito del Cantone. I rinnovi taciti hanno fatto seguito al primo contratto di prova, «firmato da me e dal capo Divisione».

«I collaboratori del Dss hanno sempre lavorato in buona fede. Non ho motivo di dubitarne – precisa ancora il direttore del Dipartimento –. La decisione presa nei confronti del capoufficio (togliergli la competenza della gestione dei richiedenti l'asilo, ndr) è una decisione operativa, non punitiva». L'interpellanza Galusero chiedeva lumi sulle verifiche eseguite sulla ditta, considerato che nel tempo la Argo 1 ha più volte cambiato ragione sociale. «I cambiamenti socetari non hanno generato motivi di preoccupazione. Determinante e rassicurante era l'autorizzazione ad operare data dalla Polizia cantonale rilasciata ai sensi di legge», sostiene il capo del Dss. «In passato non erano sorti elementi per negare tale autorizzazione. Inoltre, intervenire anzitempo avrebbe compromesso l'inchiesta in corso della Magistratura».

«Nel considerare il caso Argo 1 occorre valutare il contesto: dal 2012 il Cantone si è assunto il compito della gestione dei centri provvisori per richiedenti l'asilo», dopo che il flusso di migranti è nettamente aumentato dalla 'Primavera araba' in poi. «Si tratta di una situazione inusuale e di emergenza», ribadisce Beltraminelli.

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