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Pari opportunità, un nuovo passo avanti

(©Ti-Press / Carlo Reguzzi)
5 aprile 2016
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Per la parità tra uomini e donne si può fare di più. E si deve fare di più, iniziando ad analizzare nelle azioni e nelle politiche pubbliche dove si annidano le disuguaglianze. Perché che le disuguaglianze esistano, ancora oggi, è un dato di fatto: in Ticino lo ha evidenziato tra gli altri la pubblicazione statistica sulle ‘cifre della parità’. Disparità misurabili ad esempio in ambito professionale, laddove è dimostrato come a parità di qualifica e di ruolo, la donna percepisce un salario inferiore rispetto al collega uomo.

Considerando questo quadro generale (e non da ultimo il fatto che il popolo ha inserito nella costituzione cantonale il principio delle pari opportunità), la Commissione della gestione accoglie la mozione presentata da Pelin Kandemir Bordoli (Ps) che chiede di introdurre un bilancio di genere “quale strumento di politica della parità”. Lo scopo di questo esercizio è di ottenere un’allocazione delle risorse più coerente, efficace ed efficiente, così come aumentare la trasparenza e l’equità delle politiche pubbliche.

La Gestione lo sostiene sottoscrivendo il rapporto di Matteo Quadranti (Plr), e al contempo ribaltando il parere del Consiglio di Stato, pessimista riguardo ad alcuni aspetti “problematici” del progetto. Invece per Quadranti è tempo di mettersi in gioco. Perché non ritiene che “le problematiche sollevate dal governo siano tali da impedire o giustificare un ulteriore rinvio della tematica”. In particolare, sulla scorta dell’esperienza avviata dal canton Basilea, si ritiene invece che con un “importo minimo” sia possibile avviare un progetto pilota. “Pur in periodo di ristrettezze – si legge ancora nel rapporto –, la Commissione ritiene che il governo possa e debba trovare le risorse finanziarie (proponiamo 50mila franchi) per dare avvio almeno ad un progetto pilota e non limitarsi a lasciare la realizzazione di quanto chiesta dalla mozione in un limbo, o come pare piuttosto poter intendere, in un cassetto”.

La Commissione suggerisce di analizzare il settore delle misure a favore dell’occupazione e chiede al governo di stilare un primo rapporto al parlamento sul ‘bilancio di genere’ entro la fine del 2017.

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