Una caratteristica della commedia attica del V secolo a.C., dopo la riforma (o meglio, dopo la rivoluzione) di Efialte nel 462, consisteva nel fatto che ogni cittadino attico – e nessun altro! – che lo desiderasse poteva prendere la parola nell'assemblea popolare e presentare mozioni da discutere.
Nelle commedie di quel periodo, in particolare nelle undici commedie di Aristofane, e in numerosi frammenti, in parte molto estesi, dei suoi contemporanei, questa libertà di parola, anche grazie alle libertà rituali offerte dal culto di Dioniso, crea un legame comico e critico che può essere descritto dal termine spoudaiogeloion, «tra il serio e il faceto». Questo fenomeno viene approfondito attraverso alcuni esempi scelti dalle commedie di Aristofane e dei suoi contemporanei.
Bernhard Zimmermann ha studiato Filologia classica e Storia antica alle Università di Costanza e Londra, ha conseguito il dottorato nel 1983 e l’abilitazione all’insegnamento universitario nel 1988. Dal 1990 al 1992 è stato professore all’Università di Zurigo, dal 1992 al 1997 professore ordinario all’Università di Düsseldorf e, dal 1997 fino al 2024, professore ordinario di Filologia classica alla Albert-Ludwigs-Universität di Friburgo. È membro dell’Accademia delle Scienze di Heidelberg e dell’Academia Europaea e membro corrispondente dell’Accademia Roveretana degli Agiati e dell’Accademia di Atene. I suoi ambiti di ricerca spaziano dal dramma antico, alla lirica corale greca, fino alla ricezione della letteratura antica nella produzione tedesca.