Senza passato non c’è futuro. Sul carattere reazionario del "politicamente corretto".
Con Paolo Flores d’Arcais (MicroMega).
La “cultura della cancellazione” realizza in realtà la cancellazione della cultura e si inserisce nella famiglia del “politicamente corretto”, insieme all’islamofilia, alla sessuofobia (anche verso i grandi nudi dell’arte!), alla censura dei classici che potrebbero offendere qualche gruppo identitario, alle acrobazie lessicali del “gender”, al rifiuto dell’esistenza biologica di due sessi, ecc. Il paradosso è che tali politiche vengono promosse da gruppi e ambienti che si proclamano “di sinistra”, “progressisti” “radicali”, mentre i (dis)valori che cercano di imporre sono squisitamente reazionari. Una ragionata rassegna critica, che qui abbozzeremo, lo può dimostrare.