"unsichtbarst" di Anna Huber esamina la visione di un corpo che cambia in una situazione performativa estremamente esposta. Esposto come su una piazza riflettente, osservato da tutti i lati, il corpo danzante diventa una scultura vivente che si trasforma, si interroga, deve ridefinirsi e si perde ancora e ancora. Vedere ed essere visti; mostrare, rappresentare, nascondere.
Chi guarda chi? Nel gioco con le aspettative, i modelli di ruolo e gli atteggiamenti, nuove sfaccettature di una persona balenano costantemente e riflettono le trasformazioni tra diversi stati fisici ed emotivi che oscillano tra controllo, dubbio, rischio e desiderio di perdere il controllo. La forma può dissolversi, frantumarsi?
Come cambia la nostra immagine di sé e la sua rappresentazione nel tempo? Abbiamo il coraggio di guardare dietro lo specchio?