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L’Udc, il Plr e i rischi dell’aritmetica elettorale

In uno, forse due Cantoni, i democentristi congiungono le liste con Mass-Voll. Una scelta delicata, anche per i liberali-radicali

In sintesi:
  • Nicolas A. Rimoldi, presidente del gruppo di ‘coronascettici’, frequenta gli ambienti dell’estrema destra
  • Il partito di Marco Chiesa non si scompone, limitandosi a dire che ‘non condividiamo i suoi contenuti politici’
Nicolas A. Rimoldi, presidente di Mass-Voll
(Keystone)
4 agosto 2023
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Le congiunzioni di liste sono «aritmetica, non amore», ha detto a metà luglio il segretario generale dell’Udc Peter Keller. Ma si può ridurre un’alleanza elettorale a una mera questione di calcoli, tabelle Excel, percentuali e seggi? Liquidare una congiunzione di liste come una semplice operazione “aritmetica”?

A inizio settimana, l’Udc solettese ha annunciato che congiungerà le liste con ‘Mass-Voll’ alle Federali di ottobre. Si tratta di “evitare perdite all’interno del campo borghese per gli elettori che condividono i valori comuni di libertà, sovranità e responsabilità individuale”. “Non è un matrimonio di contenuti – viene precisato –. I rappresentanti dell’Udc non possono essere ritenuti responsabili delle dichiarazioni di alcuni rappresentanti di Mass-Voll, e viceversa”. E Nicolas A. Rimoldi, il presidente del gruppo di ‘coronascettici’, riciclatosi in politica dopo la fine della pandemia? “Non è membro del nostro partito, e noi non condividiamo i suoi contenuti politici”, dichiara il consigliere nazionale Marcel Dettling, responsabile della campagna elettorale.

Lo stesso giorno dell’annuncio, Rimoldi – candidato al Nazionale nel canton Zurigo – ha postato su Instagram una foto da Braunau am Inn, in Austria, paese natale di Adolf Hitler. Stava tornando a casa dopo aver partecipato, a Vienna, a una manifestazione anti-immigrazione indetta da ‘identitari’ e altri gruppi e gruppuscoli dell’estrema destra. L’eccentrico personaggio ha trasmesso via social i suoi saluti postando una foto che lo ritrae assieme a Martin Sellner, noto leader/influencer degli identitari. Rimoldi non ci vede nulla di male: la manifestazione “non ha comportato alcun segno o discorso estremo”; e poi – così ha candidamente affermato a ‘Le Temps’ – non aveva idea di trovarsi nel luogo dove Hitler è nato.

I vertici dell’Udc incoraggiano le sezioni a concludere alleanze col Plr, e anche con formazioni nate sulla scia delle proteste contro le misure anti-Covid. Con Mass-Voll (che dovrebbe presentare liste in sei cantoni) l’avventura si farà soltanto a Soletta e, verosimilmente, a Lucerna. Ad Argovia invece i democentristi – dopo il secco rifiuto opposto dai liberali-radicali all’ipotesi ‘triangolo’ – hanno rinunciato a fare comunella anche con Rimoldi e compagnia. E adesso persino Aufrecht Schweiz, altro gruppo di ‘coronascettici’, prende le distanze da Mass-Voll, che aveva evocato la possibilità di un’intesa con i ‘cugini’. “Diventa fondamentalmente sempre più difficile, a maggior ragione dopo l’ultimo weekend” allearsi con loro, ha detto al ‘Tages-Anzeiger’ il suo presidente Patrick Jetzer.

All’Udc sanno fare bene i calcoli. La linea dettata dal presidente Marco Chiesa – congiunzioni di liste ‘a tappeto’ col Plr – darà probabilmente i suoi frutti. E le alleanze con Mass-Voll dovrebbero servire quantomeno a mantenere i seggi attuali nei cantoni citati. Il flirt con Rimoldi non scandalizzerà buona parte del suo elettorato. Ma qualcuno potrebbe anche decidere di voltare le spalle a chi si accompagna con personaggi come costui, dal quale i vertici dell’Udc nazionale non hanno preso le distanze in modo chiaro.

Le congiunzioni non sono semplici operazioni di aritmetica elettorale, “ma un attestato di convinzioni politiche comuni”, ricorda il consigliere nazionale del Plr Kurt Fluri. Il discorso vale tanto per l’Udc quanto per lo stesso Plr, che unirà le liste con i democentristi in almeno nove cantoni. Già solo questa scelta aveva suscitato malumori nella base del partito. Se ora ci mettiamo pure l’ingombrante ospite invitato dall’alleato…

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