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Vertenza Ses-Grono, ‘penalizzati dai lunghi tempi giudiziari’

Il sindaco confida in una prossima decisione del Tf a quasi due anni dal ricorso della Sopracenerina contro il riscatto comunale delle reti elettriche

Il sindaco di Grono Samuele Censi
(Ti-Press)
17 marzo 2023
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«Non discuto del fatto che la giustizia debba fare il suo corso con i dovuti approfondimenti e la necessaria ponderazione, ma i tempi oltremodo dilatati per giungere a una decisione definitiva stanno penalizzando i nostri cittadini». Senza peli sulla lingua ma «fedele al principio della separazione dei poteri», il sindaco di Grono Samuele Censi esprime preoccupazione sull’iter giudiziario relativo al riscatto comunale delle linee elettriche di proprietà della Società elettrica sopracenerina (Ses) con sede a Locarno. Se da una parte non recrimina sul diritto della Ses d’impugnare davanti al Tribunale federale la «chiarissima sentenza che il Tribunale amministrativo grigionese ha emesso nell’estate 2021 a nostro favore», diritto ricorsuale esercitato nel settembre di due anni fa, dall’altra evidenzia come il trascorrere del tempo «impedisca alle realtà locali di valle di approntare la chiara politica energetica avviata formalmente con la costituzione dell’azienda intercomunale Media Mesolcina Energia (Mme), l’ente che sin dal 2019 si occupa della distribuzione nei Comuni di Soazza, Lostallo e nella frazione gronese di Leggia». L’auspicio insomma è che dalla massima corte giudiziaria elvetica di Losanna «giunga in tempi rapidi una decisione definitiva. Lo dico nell’ottica di tutelare gli interessi pubblici di una regione periferica. È ragionando in questi termini che ritengo inaccettabile dover attendere così a lungo».

Caso forse unico in Svizzera

Facciamo un passo indietro. Nel gennaio 2017, sei anni fa ormai, con l’aggregazione di Grono con Leggia e Verdabbio il nuovo ente locale di 1’500 abitanti si è ritrovato sul proprio territorio tre distinte società elettriche di distribuzione. Probabilmente un caso unico in Svizzera e che preoccupa la popolazione locale, come emerso ancora una volta lo scorso autunno durante gli incontri tra cittadini e Municipio, vista la presenza nella medesima entità comunale di tre differenti tariffari. Sopracenerina per Grono, Mme per Leggia e Azienda elettrica di Cama per Verdabbio, azienda quest’ultima che pure ha valutato in passato l’opportunità di confluire in un unico ente di fronte all’importanza di razionalizzare il servizio in un territorio orientato a diventare un giorno più omogeneo, in termini di distribuzione elettrica. Valutazioni però ferme al palo in attesa degli eventi. Intanto, Mme applica tariffe il 20% più basse della Sopracenerina.

‘Strategia chiara e fattibile’

«Già durante il percorso di avvicinamento all’aggregazione – ricorda Censi – considerando questa situazione inadatta avevamo preparato l’iter per procedere al momento opportuno, cioè alla nascita del nuovo Comune, col riscatto delle reti elettriche. Una strategia messa in atto coinvolgendo anche i Comuni un po’ più a nord, Soazza e Lostallo, nella costituzione di Mme. L’obiettivo era, e rimane tutt’oggi, quello di rafforzarla a livello regionale. Una strategia per noi chiara, fattibile, a vantaggio dell’utenza con tariffe vantaggiose, strutture all’avanguardia e posti di lavoro di qualità». Tema sul quale però la Sopracenerina ha mostrato disaccordo rifiutando nel luglio 2019 la cessione fissata in alcuni milioni di franchi. Grono quell’anno si è quindi rivolto al Tribunale amministrativo di Coira chiedendo che la Sopracenerina venisse obbligata a cedere le reti di distribuzione: «Tribunale dal quale, e siamo nell’estate 2021, abbiamo ottenuto ragione praticamente su tutta la linea», ricorda Censi: «Accolte tutte le rivendicazioni locali con una decisione per noi chiara e che ancora oggi non lascia spazio a interpretazioni. Ma ancora una volta Ses ha ritenuto che la ragione fosse dalla sua parte e si è appellata al Tf».

‘Punto centrale della nostra azione’

Ai più sembrerà questo un tema troppo tecnico e di difficile presa sui sentimenti, ma non per il sindaco di Grono e per i colleghi degli altri Comuni: «Stiamo parlando di una piccola realtà di valle che genera una percentuale minima degli incassi globali della Sopracenerina, la quale tuttavia approfittando dei lunghi tempi ricorsuali si assicura introiti non secondari. Quello di riacquistare l’autonomia nella distribuzione elettrica – sottolinea Censi – è dunque un punto centrale della nostra azione a favore della popolazione. Lo dico anche nel senso delle tariffe applicate dalla Ses, storicamente fra le più alte del Ticino e del Moesano, non solo in questo periodo molto particolare caratterizzato da un caro-energia generalizzato». Oltre alle tariffe, un punto determinante secondo Censi è anche lo stato dell’infrastruttura: «Essendo vetusta, necessita di investimenti che nell’ambito di Mme vanno coordinati sul territorio. Con la differenza che per Grono si è definito di realizzare solo quelli più urgenti proprio a causa del diniego di Ses a cedere le sue reti». Non da ultimo, procedere col riscatto «apre indubbiamente nuovi scenari su scala regionale, in passato già abbozzati ma mai concretizzati». Ses, ricordiamo, oltre alla frazione principale di Grono serve anche Castaneda e Santa Maria nella Calanca esterna e, nella bassa Mesolcina, Roveredo e San Vittore. Se son rose, si accenderanno.

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