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Cantonali ’23, Marco Ferrazzini in corsa per il governo col Pc

Già deputato col Pdl, municipale e vicesindaco di Chiasso con l‘Unità di sinistra, ecco una nuova sfida: ’Il Partito comunista è casa mia, darò una mano’

‘La sinistra torni a essere popolare’
(Ti-Press)
31 dicembre 2022
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Non lo definisce un rimettersi in gioco, «perché dalla politica non sono mai uscito», ma «il voler dare una mano a un gruppo di giovani seri e preparati sì, eccome». Marco Ferrazzini sarà nella lista di Partito comunista e Partito operaio e popolare nella corsa al Consiglio di Stato del prossimo 2 aprile. Lo sarà dopo mezzo secolo di «passione» per la politica, sempre all’estrema sinistra: classe 1950, deputato al Gran Consiglio tra 1975 e 1979 con il Partito del lavoro – «quello di Pietro Monetti, grande persona e grande politico» – per poi essere protagonista anni e anni con l’Unità di sinistra a Chiasso, dove è stato municipale 14 anni, vicesindaco e alle ultime Comunali è risultato il più votato nella lista per il Consiglio comunale.

Dal Pdl al Pc

Cosa ha mosso Ferrazzini a compiere una rentrée nella politica a livello cantonale? «Ho preso la tessera del Pc l’anno scorso, ma già da anni mi sono avvicinato molto a questo gruppo giovane e competente. Alle ultime cantonali sono stato il primo proponente della lista», spiega Ferrazzini. Che vede «molti parallelismi» tra quando ha iniziato a occuparsi di politica e il presente: «Ho aderito al Pdl nel 1970, e c’era ancora l’onda lunga del Sessantotto, c’era il Psa nato da poco che si definiva rivoluzionario... io scelsi il Pdl per una questione di serietà e di rigore. Monetti e altri compagni venivano proprio dal mondo del lavoro, erano gente tosta, che ha fatto la gavetta. Il nostro era un partito popolare, che anche se non veniva molto votato era comunque rispettato da tutti».

‘Rispetto a cinquant’anni fa non è cambiato molto...’

Ebbene, tutto questo Ferrazzini lo vede oggi nel Pc. «Prima il mondo era diviso tra blocco orientale e occidentale, oggi tra multipolarismo e unipolarismo atlantico... mi ritrovo nella stessa situazione di cinquant’anni fa. La proposta e il programma del Pc mi hanno intrigato, forse è il momento di portare la testimonianza di chi quegli anni li ha vissuti». In un Pc «dove mi sono trovato a casa», assicura Ferrazzini: «Ho trovato un gruppo veramente preparato, noi ai nostri tempi e alla loro età non eravamo così pronti». La speranza per queste Cantonali «è di dare una mano, nel portare voti e consensi mettendo a disposizione la mia persona, la mia storia e dicendo che esistono ancora comunisti come me. Come diceva Berlinguer, noi veniamo da lontano e guardiamo lontano».

‘La sinistra fa fatica nelle classi popolari’

Insomma, per Ferrazzini c’è bisogno di una sinistra più popolare? «Intesa come vicina alle classi popolari», replica subito. Oggi «quando si parla di sinistra si crea una barriera, molti vedono una certa élite culturale e un po’ liberal... prenda ad esempio la scelta di Ps e Verdi di candidare Boas Erez come esponente della società civile». Non è valida? «Con tutto il rispetto per la persona, non ha nulla a che vedere con le classi popolari. Hanno scelto un valido rappresentante di una élite intellettuale, dimostrando che certe scelte sono scelte con un significato. La mia, nostra visione di sinistra è un’altra».

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