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Inchiesta Swiss, scatta il processo sul traffico di cocaina

Sei imputati. Almeno una decina i chili trattati, ritengono gli inquirenti. Rispetto al biennio precedente, aumenta la ‘polvere bianca’ sequestrata

L’indagine è stata coordinata dalla pp Margherita Lanzillo, che in aula sosterrà l’accusa
(Ti-Press)
4 novembre 2022
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La droga arrivava dall’Italia e veniva spacciata soprattutto nel Luganese. Soprattutto, perché una parte sarebbe stata smerciata nel Locarnese e nel Mendrisiotto. Un traffico di cocaina: circa due etti e mezzo sequestrati, ma il quantitativo di ‘polvere bianca’ complessivamente trattato ammonterebbe ad almeno dieci chili, secondo quanto appurato dagli inquirenti coordinati dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo. Ora ‘Swiss’, così è stata battezzata l’inchiesta, sfocerà presto in un processo. Si aprirà lunedì prossimo alle Assise criminali di Lugano. Sei – quattro uomini cittadini albanesi e due donne, tutti in detenzione preventiva – gli imputati rinviati a giudizio da Lanzillo, che in aula sosterrà l’accusa. I reati contestati sono quelli di infrazione aggravata e di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti e di (ripetuto) riciclaggio di denaro. A presiedere la Corte sarà la giudice Francesca Verda Chiocchetti. Il dibattimento potrebbe durare più giorni.

I fatti di cui devono rispondere le sei persone si sarebbero svolti nel 2021, tra il mese di marzo e l’inizio di dicembre, quando sono scattati i fermi. E si sarebbero svolti in più località del cantone. Di circa 111mila franchi, ipotizzano gli investigatori riguardo al reato di riciclaggio, la somma ripulita derivante dal traffico di ‘coca’.

A trasportare a più riprese in Svizzera lo stupefacente, una lavoratrice frontaliera, classe 1969. A gestire il traffico sarebbe stato un 29enne cittadino albanese. Quest’ultimo, residente negli ultimi tempi a Roma da parenti, è stato arrestato a Lugano, dove si era recato dalla compagna, cittadina svizzera. E in manette è finita pure lei, classe 1992. Avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’organizzazione. Parte della sostanza stupefacente sarebbe stata custodita a casa della donna. Una volta entrata in Ticino, la cocaina sarebbe stata spacciata dagli altri cittadini albanesi rinviati alle Assise criminali insieme con il capo.

Numeri e tendenze

Da lunedì, allorché comincerà il processo, si dovrebbe sapere di più di questo, ennesimo, traffico di stupefacenti in Ticino. Traffici smantellati dalla Sezione antidroga della Polizia cantonale, spesso in collaborazione con le Polizie comunali, e dal Ministero pubblico. Solo pochi giorni fa gli inquirenti cantonali e l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini hanno reso noto l’avvenuto sequestro di poco più di mezzo chilo di droga, sempre cocaina, scoperta in una vettura guidata da un ventottenne italiano residente in Germania. Perquisizione e fermo sono stati effettuati il 26 ottobre al valico di Chiasso Strada. Anche di questa inchiesta è titolare la pp Lanzillo. All’operazione ha collaborato la Polcom di Chiasso. La Polizia della Città di Lugano ha invece partecipato all’indagine che ha portato il 5 ottobre all’arresto di un 23enne e di un 32enne cittadini albanesi residenti in Albania. "Le perquisizioni, sia personali sia nell’appartamento utilizzato dai due, hanno permesso di rinvenire diversi grammi di cocaina e alcune migliaia di franchi in contanti – hanno scritto Procura e Polizia cantonale in una nota congiunta –. Gli arrestati sono sospettati di aver preso parte a un importante traffico della sostanza stupefacente". A coordinare l’inchiesta è la procuratrice pubblica Chiara Buzzi.

Restando alla cocaina e citando le cifre contenute nei rapporti annuali della Polcantonale, in Ticino nel corso del 2021 sono stati intercettati 7,2 chili. Sedici quelli sequestrati dalle forze dell’ordine durante il 2020. L’anno precedente sono stati 28,5 i chili. Il 2020 e il 2021, rileva il Servizio comunicazione, media e prevenzione della Polizia cantonale, «sono stati segnati dalla pandemia». In quel periodo le varie restrizioni avevano ridotto la mobilità delle persone, spacciatori e consumatori compresi. Il che spiega anche i minori quantitativi di ‘polvere bianca’ intercettati, rispetto agli oltre ventotto chili sequestrati nel 2019. Da precisare, poi, che una sola inchiesta può condurre al sequestro di un grosso quantitativo di droga.

Cocaina, dunque. «Per quanto riguarda il 2022, la tendenza nei primi dieci mesi indica un aumento delle quantità di stupefacente confiscato rispetto al biennio precedente – fa sapere, interpellato dalla ‘Regione’, il Servizio comunicazione, media e prevenzione della Polcantonale –. Sottolineiamo che il quadro generale resta stabile e in linea con quanto osservato negli scorsi anni. Infatti, a seconda dei periodi e dell’attività di polizia vi possono essere delle fluttuazioni che incidono su queste tendenze specifiche e sul breve termine. I dati di dettaglio concernenti il 2022 verranno forniti unicamente con la Statistica criminale che sarà pubblicata, come da prassi, in primavera». Quella del prossimo anno.

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