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Targhe più ‘leggere’, ma quei soldi andranno trovati altrove

Il sì popolare alle nuove imposte di circolazione aiuterà il ceto medio, con però davanti i tagli della manovra di rientro. E i conti dovranno quadrare

In sintesi:
  • È stata premiata la caparbietà degli iniziativisti
  • Il messaggio della popolazione al governo è chiaro: bisogna agire sulla spesa, non sulle entrate
  • Le finanze sono in difficoltà, ma il rischio dei tagli lineari deve essere scongiurato
Il tempo non è molto
(Ti-Press)
31 ottobre 2022
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Il lungo iter che ha accompagnato la nuova imposta di circolazione, con l’iniziativa popolare del Centro/Ppd del 2017 che ieri ha visto un largo successo alla prova delle urne, si chiude con una vittoria anche personale per il primo firmatario del testo, il deputato Marco Passalia, e per il presidente cantonale Fiorenzo Dadò. A loro va dato atto di aver creduto fermamente nella bontà della proposta, e di aver avuto la caparbietà e la testardaggine necessarie per portare davanti alla popolazione questa modifica. Una vittoria che però ha anche un rovescio della medaglia.

Il messaggio è chiaro, anche lo Stato deve fare i compiti

Con ordine. Sono due i messaggi che emergono con forza dalla votazione. Il primo è che, a cinque mesi di distanza dal voto sul ‘Decreto Morisoli’, la grande maggioranza dei votanti ha detto per la seconda volta che la difficile situazione economica e finanziaria deve essere risolta dallo Stato lavorando sulla spesa, non (solo) dai contribuenti attraverso le entrate. Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina hanno fatto esplodere il costo della vita, e la popolazione fa sempre più fatica. Anche le casse pubbliche sono in difficoltà, sia a livello di Preventivo 2023 sia di Piano finanziario. Ciononostante, e i chiari di luna a livello geopolitico sono cominciati parecchio tempo prima, sia nel mese di maggio sia ieri la maggioranza dei votanti ha affermato che a risolvere la situazione non devono essere (solo) i cittadini con il loro portafogli e le loro fatture da saldare. E che anche lo Stato deve fare i compiti.

Mancheranno molti milioni

I diversi milioni che mancheranno alle finanze cantonali con il nuovo calcolo dell’imposta di circolazione andranno trovati altrove, e si aggiungeranno al rompicapo cui è confrontata la politica: far quadrare i conti e rispettare l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2025.

È bene capire una volta per tutte che sarà impossibile accontentare tutti. Chiuso il capitolo imposte di circolazione, in prospettiva ci sono l’iniziativa popolare della Lega sulla deducibilità integrale dei premi di cassa malati e le due iniziative popolari lanciate dall’Udc, assieme a esponenti degli altri partiti borghesi, per rendere fiscalmente neutro l’adeguamento delle stime immobiliari e per abolire la tassa di collegamento. Milioni su milioni che verrebbero meno, cui andrà ad aggiungersi l’aumento di spesa che giocoforza ci sarà per i sussidi di cassa malati e per la pianificazione anziani.

Una simmetria dei sacrifici per evitare tagli lineari

Il consigliere di Stato Claudio Zali, presentando il Preventivo 2023, si è fatto portavoce di un sentimento che va diffondendosi: chiedere finanze sane per poi proporre iniziative che provocano una continua diminuzione delle entrate non può che portare a una manovra di rientro. L’orientamento della maggioranza della Gestione di andare verso un’analisi attenta e seria della spesa è un buon primo passo, con l’auspicabile fine – grazie a una lecita simmetria dei sacrifici – di scongiurare tagli lineari che provocherebbero un pericoloso allargamento della frattura sociale già presente e sempre più preoccupante.

Il rischio apatia nella popolazione

Siamo al secondo messaggio emerso ieri. La bassissima percentuale di partecipanti al voto, simile a quella per il ‘Decreto Morisoli’, non è spiegabile solo con i tecnicismi dell’iniziativa. Il disincanto di una fascia sempre più ampia della popolazione nei confronti della politica, che si manifesta anche col disertare le urne, rischia di essere solo l’antipasto. Perché dopo il disincanto restano solo delusione e apatia. Con tutto quel che ne consegue.

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