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Per il Municipio un colloquio, per gli agenti una reprimenda

Locarno, l’incontro dell’11 ottobre tra l’autorità di Palazzo Marcacci e i poliziotti della Polcomunale ha lasciato l’amaro in bocca a molti di loro

26 ottobre 2022
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Per dialogare occorre essere in due. Altrimenti si assiste a un monologo. Sebbene nel comunicato stampa ufficiale della Città di Locarno l’incontro dello scorso 11 ottobre venga definito colloquio con il Corpo di polizia e "ulteriore passo nella direzione di un ritrovato clima di serenità all’interno del Corpo", lo stesso in realtà si è rivelato l’esatto opposto. Quanto andato in scena al Palexpo di Locarno, più che un colloquio chiarificatore per riportare un po’ di quiete all’interno del Corpo di polizia comunale cittadino e nei rapporti con l’Amministrazione, è parso una sorta di ‘reprimenda’. A sostenerlo sono diversi agenti presenti in sala, che si sono rivolti alla Regione per esprimere il loro malcontento.

All’incontro voluto per stemperare le polemiche hanno preso parte, lo ricordiamo, il Municipio in corpore, il segretario comunale, il responsabile delle Risorse umane, due membri dell’Iq Center e Marco Bertoli, avvocato incaricato dell’inchiesta amministrativa. In buona sostanza, ci spiegano gli intervistati, «l’impressione è quella di essersi trovati dinnanzi a un tribunale». A prendere la parola, quella sera, sono stati il sindaco di Locarno, Alain Scherrer e i due rappresentanti dell’Iq Center, i quali hanno utilizzato «toni accusatori nei confronti degli agenti».

‘Le fughe di notizie? Non certo opera degli agenti’

«Siamo stati poco velatamente accusati di essere noi i fautori delle fughe di notizie sulle inchieste in corso, quando in realtà la fuga di notizie è palesemente nata dal Municipio». La prova di quest’ultima affermazione? «Un articolo uscito su un quotidiano e datato 5 marzo 2022, intitolato ‘Tutti i mal di pancia del Corpo di polizia’. In esso viene data notizia dell’imminente apertura di un’inchiesta amministrativa nei confronti di un agente. «Peccato che la risoluzione municipale con la quale viene avviata l’indagine straordinaria sia postuma. Addirittura riporti la data di 10 giorni dopo. Alcuni media infatti hanno datato la stessa risoluzione municipale al 16 marzo. I conti, è evidente, non tornano ed è gioco facile capire che in realtà la fuga di notizie non è da addebitare agli agenti di polizia ma a qualcuno all’interno di Palazzo Marcacci». Ma non è tutto. Sempre secondo i nostri interlocutori, agli agenti di polizia non è stata data la possibilità di esprimersi e far valere le proprie ragioni. «Peccato che nella lettera di sostegno al collega licenziato (pietra dello scandalo, ndr) chiedevamo di essere ascoltati. Il sindaco ci ha informati che, sulla scorta della nostra presa di posizione spontanea a sostegno del collega licenziato, saremmo stati chiamati a rispondere a un sondaggio anonimo, svolto al computer, basato su qualche domanda preimpostata. Tutto questo è semplicemente assurdo». Un incontro dunque infruttuoso e che non ha aperto a nessuna possibilità?

Nel frattempo emergono anche altri casi di rilevanza penale, dei quali l’esecutivo era stato messo a conoscenza negli scorsi anni, ma che sono rimasti impuniti.

Il caso di un’agente e delle sue inadempienze mai sanzionate

Nel corso del 2019, ad esempio, tutti i gruppi della Sezione Operativa (ovvero quella che comprende gli agenti che svolgono servizio di pattuglia) avevano scritto e firmato dei rapporti indirizzati al Comando in cui asserivano di non avere piacere a lavorare con una collega donna, ancora oggi in servizio nella Polcom di Locarno. All’interno di questi rapporti venivano segnalate inadempienze di servizio anche gravi, coperte da un ufficiale di alto rango del Corpo. A seguito di questi rapporti, tuttavia, il Municipio non ha mai aperto alcuna inchiesta amministrativa nei confronti della poliziotta, né tantomeno adottato alcuna sanzione nei suoi confronti.

A fronte di tutto ciò, ricordano gli interpellati, «sono comunque nate interrogazioni da parte di consiglieri comunali che chiedevano lumi in merito ai ‘malumori’ presenti in polizia. L’impressione è che si faccia ricorso ai classici due pesi e due misure. Fatti precisi e circostanziati che finiscono nel dimenticatoio». Orecchie da mercante, come mai?

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