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‘Ora l’esecutivo di Roveredo lavora con senso di responsabilità’

Il sindaco ad interim Claudio Lardi concluderà a breve il suo mandato. In ottobre si terranno infatti le elezioni per la nomina di sindaco e municipali

Nel 2021 l’ex consigliere di Stato è stato nominato dal governo per gestire la situazione di crisi istituzionale
1 settembre 2022
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Si avvicinano a Roveredo le elezioni comunali per la nomina del sindaco e dei membri del Municipio per il periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026. Domenica 23 ottobre è la data che segnerà un nuovo corso per il Comune mesolcinese, dove al termine dell’attuale legislatura terminerà invece il suo mandato il commissario governativo Claudio Lardi. Il 67enne avvocato di Poschiavo, già consigliere di Stato dal 1999 al 2010, è stato nominato sindaco a interim dal governo grigionese nel gennaio 2021 con il compito di gestire la crisi istituzionale in seno all’Esecutivo di Roveredo. Lardi era succeduto alla consigliera nazionale Anna Giacometti, che da giugno a settembre 2020 aveva ricoperto la stessa funzione. La situazione tesa venutasi a creare dopo le elezioni del Municipio per la legislatura 2019-2022 – senza esclusione di attacchi personali, lunghe vicende giudiziarie e dimissioni – è stata l’ennesima escalation di un ente locale da lungo tempo confrontato con situazioni di conflitto (nel 2013 era già stato nominato un commissario).

Signor Lardi, è fiducioso che le elezioni comunali segneranno un nuovo inizio, con maggiore collegialità e fiducia all’interno dei vari organi comunali?

Sono per natura ottimista, e sono convinto che il nuovo sistema per l’elezione del Municipio porterà i suoi frutti. Con il maggioritario verrà eletto il sindaco che fa più voti. Stessa cosa per quanto riguarda i quattro membri del Municipio. Ho usato termini maschili, ma logicamente – e lo spero proprio – saranno in lizza anche donne che potranno ambire a una carica. Se durante la legislatura qualcuno rassegnerà le dimissioni, si tornerà alle urne per la sostituzione e non saranno più gruppi o partiti che potranno delegare autonomamente qualcuno. Il sistema proporzionale, che prevede che i proponenti di lista possano decidere il subentrante in Municipio, ha creato a mio parere una grave mancanza di trasparenza e – almeno in parte – portato ai problemi che hanno obbligato il governo retico a intervenire.

Nel 2021 è stato nominato per gestire– scriveva il Governo – una crisi istituzionale causata da confronti politici e personali che aveva minato collaborazione e collegialità in seno al Municipio. L’auspicio era ritrovare consapevolezza circa la responsabilità istituzionale. Obiettivo raggiunto?

Sì, dopo un po’ di rodaggio e tre dimissioni di municipali gli attuali membri dell’esecutivo lavorano concretamente e con senso di responsabilità; magari non d’amore e d’accordo, come nessuno peraltro chiede, ma senza litigare.

Quali altri aspetti sono migliorati?

Eccetto il Municipio, gli altri organi comunali lavorano da sempre più che bene. I cittadini possono essere fieri di quanto il Consiglio comunale ha fatto e fa. Stessa cosa per la Commissione della gestione e le altre commissioni, in modo particolare quella che ha preparato il nuovo statuto e le leggi per l’introduzione del sistema maggioritario. Per quanto riguarda l’amministrazione, la situazione che ho ereditato era in effetti molto problematica, con diversi impiegati a tempo determinato, persone con compiti non adatti al proprio profilo. Purtroppo sono stati necessari alcuni licenziamenti. Ma ora la situazione è migliorata.

Le dimissioni dal Municipio nel luglio 2021 dell’ex sindaco Guido Schenini hanno favorito o complicato il suo lavoro?

Premetto che, dopo che il governo aveva esautorato Schenini e nominato il sottoscritto come sindaco ad interim, ho avuto modo di confrontarmi con lui più che con ogni altro municipale. Ci si sentiva molte volte durante la settimana, e per un po’ ho creduto che avrebbe funzionato. Invece no, e le sue dimissioni erano inevitabili: in politica non funziona "voglio, posso e comando", e non sempre un bravo imprenditore può essere un politico. Guido Schenini non è nato per far politica e l’ho spesso ripetuto amichevolmente anche a lui. E quindi sì, le sue dimissioni hanno favorito il mio lavoro.

Quali prospettive per Roveredo?

Sono sicuro che siano rosee: penso al progetto Ricucitura, grazie al quale, dove prima passava l’autostrada, nascerà un nuovo quartiere senza traffico, e al Centro medico che raggrupperà tanti servizi a vantaggio della popolazione. Tanti Comuni dei Grigioni ci invidiano il progetto di sviluppo favorito dal fatto che la Alfred Müller Sa investirà tra i 40 e i 50 milioni di franchi.

In futuro ci saranno risorse umane e finanziarie per restare autonomi?

Certo, Roveredo è – anche in termini di abitanti – un grande comune. Ciò non toglie che è intelligente pensare ad aggregazioni comunali. Non per motivi ideologici, ma per poter meglio servire la popolazione.

Quanto questa esperienza è stata difficile e interessante?

Più interessante che difficile. La rifarei anche perché ho imparato molto. Quando ero in Consiglio di Stato il contatto con chi avrebbe poi beneficiato delle decisioni non era così diretto. Inizialmente ammetto di essere rimasto sconcertato da espressioni colorite verso membri del Municipio e specialmente dalle lettere piuttosto aggressive che arrivavano in cancelleria comunale. Forse mi sono abituato, ma ora mi sembra che i toni siano più miti e apprezzo come mi si dica direttamente quello che si pensa. A Roveredo ho conosciuto alcuni ‘bastian contrari’, ma anche tante brave persone.

Per il Cc si vota col proporzionale

Le elezioni per il Consiglio comunale dovrebbero invece tenersi in novembre (al momento non c’è ancora una data) con il sistema proporzionale.

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