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Vedeggio-Cassarate, una rivoluzione parziale

La galleria compie dieci anni. Il bilancio in chiaroscuro, mentre ll politica scarica sui ricorsi la responsabilità dei tempi lunghi

Per le autorità il bilancio dei dieci anni è positivo
(Ti-Press)
19 luglio 2022
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Non è tutto oro quel che luccica. A dieci anni dall’inaugurazione della galleria Vedeggio-Cassarate – il taglio del nastro risale al 26 luglio 2012 – sono tante le tessere del puzzle ancora mancanti. Lo hanno riconosciuto senza mezzi termini anche le autorità cantonali e cittadine nell’illustrare il bilancio di questo primo decennio. La galleria ha sicuramente sgravato gli accessi alla città raggiungendo gli obiettivi per i quali era stata immaginata quasi quarant’anni fa, poi disegnata e infine realizzata. Tuttavia, non sono state concretizzate tutte le misure di accompagnamento che avrebbero reso più efficace l’opera costata 372 milioni di franchi e costruita grazie al finanziamento senza precedenti (del 60%, 200 milioni di franchi) assicurato dalla Confederazione, oltre al contributo importante di Cantone e Comuni, nell’ambito del Piano dei trasporti del Luganese (Ptl). Intanto, si guarda già avanti, pensando all’autostrada come circonvallazione della città: Cantone e Commissione regionale dei trasporti del Luganese chiedono a Berna di prolungare le tre corsie dalla galleria di Gentilino all’uscita Lugano nord. Col rischio però di incoraggiare un’ulteriore intensificazione del traffico privato.

Tornando ai propositi iniziali, su tutti spicca una lacuna, quella legata al Nuovo quartiere di Cornaredo (Nqc). La pianificazione intercomunale (che tocca Lugano, Porza e Canobbio) e il relativo progetto urbanistico avrebbero dovuto ‘accompagnare’ l’uscita della galleria, in funzione del ritiro del ricorso presentato dal Comune di Canobbio nel 1999, contro il progetto del tunnel. All’interno delle varie misure, occorreva però predisporre la relativa base pianificatoria. Ebbene, la firma della convenzione fra i tre Comuni risale al 2005, dopodiché, in merito alla pianificazione dell’Nqc, pare che l’autorità cantonale si sia ingarbugliata. Come non ricordare, inoltre, che il messaggio con la richiesta di credito per realizzare la viabilità definitiva di Cornaredo, è rimasto fermo per tre anni (dal 2014, pubblicato solo nel 2017)? Stride il fatto che la politica attribuisca ad altri la colpa dell’allungamento dei tempi di realizzazione. Una politica che si è rivelata incapace di convincere l’associazione traffico e ambiente (Ata) a ritirare i ricorsi, mentre dovrebbe perlomeno assumersi una parte di responsabilità. E non va bene che sia proprio il titolare del Dipartimento del territorio, Claudio Zali, già giudice del Tribunale penale cantonale, a giustificare i tempi lunghi puntando il dito contro i ricorsi.

La galleria svolge comunque la sua funzione, anche se ha dovuto far fronte a un aumento del traffico imprevisto già a partire dai primi anni: è infatti ‘entrata’ a pieno regime solo due anni dopo l’inaugurazione. Attualmente sono circa 25’000 i transiti quotidiani di veicoli, mentre il picco venne raggiunto nel 2017 con circa 34’000. Non ci sono dubbi: il tunnel ha limitato l’impatto dell’incremento esponenziale della mobilità privata. Nel frattempo, in questo decennio, quale misura di accompagnamento, la Città ha provveduto a sopprimere quasi tutti i posteggi in esubero in centro città, condizione sine qua non posta dalla Confederazione per finanziare la galleria. Tutti i parcheggi bianchi gratuiti sono spariti, sono stati eliminati quelli alla Gerra, mentre quelli a Cornaredo sono stati trasformati in Park & Ride. A fare difetto sono i tasselli dell’Nqc.

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