Luganese

Prima di quella dei conferenzieri, s’alza la voce di Greenpeace

Azione di alcuni militanti ‘verdi’, che in prossimità della sede degli incontri della conferenza sull’Ucraina hanno issato una finta pala eolica

L’azione dei militanti
(Keystone)
4 luglio 2022
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A poche ore dall’inizio della Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, militanti di Greenpeace hanno installato una finta pala eolica a Lugano. Dal canto suo, Public Eye ha chiesto alla Svizzera di smetterla di finanziare la guerra russa.

Diversi membri di Greenpeace hanno ripetuto più volte la loro azione a circa un chilometro di distanza dal sito della riunione, sotto lo sguardo divertito di un poliziotto. L’azione è stata pensata in collaborazione con oltre 45 organizzazioni ucraine, fra cui Ecoaction con sede a Kiev.

"Il buonsenso vuole che l’Ucraina non ricostruisca le sue infrastrutture secondo i vecchi standard sovietici", ha affermato la direttrice di Ecoaction, Natalia Gozak. "In veste di candidata potenziale all’adesione all’Unione europea, l’obiettivo dell’Ucraina deve essere quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050".

Stando alle Ong, la guerra minaccia l’ambiente, in particolare per il fatto che i soldati russi occupano sempre un sito nucleare. "La distruzione delle infrastrutture, dell’economia e della società ucraine deve cessare", ha affermato un responsabile di Greenpeace. Le organizzazioni non governative chiedono una ricostruzione che garantisca "la salute economica, sociale e ambientale" del Paese.

Da parte sua, Public Eye invita la Svizzera a cessare ogni forma di finanziamento per il presidente russo Vladimir Putin. L’Ong le attribuisce "una responsabilità particolare" quale centro delle negoziazioni su petrolio, cereali e altre materie prime. Tre quarti delle esportazioni russe sono "pilotate" dalla Svizzera, secondo Public Eye.

L’Ong chiede pure di applicare le sanzioni europee contro gli oligarchi e le materie energetiche russe. La Confederazione deve adoperarsi presso Bruxelles affinché esse vengano estese il più rapidamente possibile all’importazione e alla negoziazione del gas. Un’autorità dedicata alle sanzioni sulle materie prime dovrebbe essere promossa in Svizzera, aggiunge ancora Public Eye. A suo avviso, sforzi in tal senso devono essere intrapresi a livello internazionale.

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