Grigioni

Dopo le predazioni la conferma: un branco nell’Alta Mesolcina

Il Cantone ha certificato la presenza di una coppia con cucciolo (poi sparito) nella zona di San Bernardino. Arrivati dalla Morobbia? ‘Non lo sappiamo’

4 maggio 2022
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La presenza di un branco di lupi stanziale – o quanto meno di una coppia con cucciolo – è stata ufficialmente accertata anche nell’Alta Mesolcina, e più precisamente nella zona di San Bernardino, dove la scorsa estate erano avvenute delle predazioni che avevano suscitato preoccupazione e indotto gli allevatori di pecore a scaricare gli alpeggi già a inizio luglio. La scoperta ha poi trovato conferme nelle settimane successive, mentre nel primo trimestre del 2022 "non sono state registrate nuove formazioni di branchi". Lo comunica l’Ufficio cantonale grigionese della caccia e della pesca nel suo primo rapporto trimestrale pubblicato ieri online. Lo scorso settembre in un breve comunicato l’ufficio aveva spiegato che il 29 agosto, nei pressi del portale sud della galleria del San Bernardino, una trappola fotografica dell’organo cantonale di vigilanza della caccia aveva in effetti ripreso un cucciolo: "Si parte dal presupposto che esso appartenga a un nuovo branco", scriveva il Cantone otto mesi fa: "Non è escluso che il branco della Valle Morobbia si sia spostato verso nord e si sia nuovamente riprodotto. Si può invece escludere che si tratti di un giovane esemplare del branco del Beverin". Valutazioni tutt’oggi valide? Non proprio. Interpellato dalla ‘Regione’ il capo dei guardacaccia moesani Nicola De Tann specifica che nei mesi successivi a quella prima e unica fotografia il cucciolo non è mai più stato ripreso, al contrario dei suoi probabili genitori, «una coppia che a questo punto può essere considerata stanziale nella vasta regione del San Bernardino. Che fine abbia fatto il cucciolo non lo sappiamo. Potrebbe stare bene o essere nel frattempo morto. Né sappiamo dire se fosse l’unico magari di una cucciolata. L’esperienza dice che le giovani coppie possono avere dei problemi nel crescere i loro primi cuccioli». Quanto invece all’origine della coppia, «non abbiamo avuto conferme circa la provenienza dalla Valle Morobbia. Uno dei due dovrebbe comunque provenire, forse, dalla Surselva».


Cantone Grigioni

In terra retica risultano 47 esemplari

Oggi giunge dunque la conferma nell’ultimo aggiornamento fornito dalle medesime autorità retiche: "Negli scorsi 12 mesi sono stati identificati geneticamente 47 lupi diversi. Oltre ai sei branchi noti e a quello nella zona di confine col Ticino (Alta Val Morobbia sul confine con Valle di Roveredo, ndr), in cinque regioni sono presenti coppie di lupi che si spostano insieme e il cui genere è in parte sconosciuto. Nel primo trimestre sono inoltre state fornite prove della presenza di singoli lupi in Bregaglia e in Val Poschiavo. Quanto agli altri predatori, il 27 marzo di un anno fa "è stata riscontrata nuovamente la presenza di una lince in Bregaglia. Probabilmente vi è giunta passando per la valle di Avers e da allora non è più stata avvistata. Non è ancora stato possibile identificare l’animale". Nessuna segnalazione per contro circa la presenza di orsi e sciacalli dorati.

Dibattito pubblico a Grono

Tornando al lupo, venerdì 6 maggio alle 20 nell’aula magna delle scuole di Grono durante un incontro pubblico sarà sviscerato il tema "Problematica del lupo nel Moesano: quale sarà il futuro dell’agricoltura nella nostra regione?". Interverranno Martin Bühler (candidato al Consiglio di Stato), Germano Mattei (fondatore del movimento Montagna Viva), Anna Giacometti (consigliera nazionale che si collegherà via Skype), rappresentanti dell’Ufficio caccia e pesca e i consulenti agricoli attivi a Landquart, Elisa Bossi e Alberto Toscano. Quest’ultimo è anche il consulente agricolo regionale del Moesano e nell’Alta Mesolcina gestiva la scorsa estate cinque alpeggi per un totale di 350 pecore. Cinque di cui uno, quello di Muccia-Vigon, era stato scaricato a inizio luglio dopo una predazione avendo i proprietari svizzero-tedeschi degli animali concordato con lui che l’evacuazione, dopo appena 15 giorni di estivazione, fosse la soluzione migliore. La serata, organizzata dalla Società agricola del Moesano, è aperta a tutte le persone interessate al tema.

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