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Rabadan-Municipio, il sindaco replica: ‘Meglio la prudenza’

Bellinzona, Mario Branda risponde alle critiche del comitato sul mancato coinvolgimento della Società al RabaBar e sul no al carnevale di metà giugno

Rabadan e Municipio, ciascuno un’istituzione
(Ti-Press)
18 marzo 2022
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Rapporti tesi fra società Rabadan e Municipio di Bellinzona? Punzecchiature all’indirizzo di Palazzo civico non sono mancate mercoledì sera durante l’assemblea straordinaria del Carnevale convocata nell’insolitamente affollata sede di Carasso. Oltre agli attriti interni evidenziati da tre membri di Comitato dimissionari, alcuni problemi sono emersi anche nei rapporti con l’autorità cittadina. Situazioni puntuali originate dapprima dall’annullamento, già lo scorso autunno, dell’edizione 2022 in ossequio delle disposizioni federali, e in seguito dall’autorizzazione rilasciata ai bar del centro per un prolungamento d’orario nella settimana del Carnevale nell’intento di favorire l’organizzazione del cosiddetto RabaBar. Il presidente del Rabadan Giovanni Capoferri ha dal canto suo motivato il divieto imposto dal Comitato a re, regina e corte di presenziare ufficialmente alle varie serate: «A differenza di quanto avvenuto nelle altre località ticinesi, qui da noi il Municipio non ci ha contattati né coinvolti. Un gesto che non abbiamo gradito molto. Cui si è aggiunto il mancato accordo sull’utilizzo del Parco urbano dal 15 al 19 giugno, quando il Gruppo cantonale grandi eventi di cui facciamo parte intendeva proporre un Carnevale estivo che si svolgerà invece probabilmente a Lumino».

‘Bisognava evitare un’affluenza eccessiva’

Sollecitato dalla ‘Regione’ il sindaco Mario Branda ricorda anzitutto che la decisione adottata in autunno di rinunciare al Rabadan 2022 «era stata condivisa dal Municipio insieme al Comitato organizzatore facendo le debite riflessioni» sui rischi sanitari e finanziari cui si sarebbe andati incontro qualora la macchina organizzativa si fosse messa in moto. Comitato «che aveva infine compreso e accettato la decisione». Si arriva a febbraio, Berna sancisce il ‘liberi tutti’ e alcune località ticinesi coinvolgono le rispettive società di Carnevale per organizzare degli eventi in maschera. Non si poteva fare altrettanto a Bellinzona? «Autorizzando il prolungamento d’orario dei bar – risponde il sindaco –, si è voluto aiutare gli esercenti confrontati con i molti problemi della pandemia e assecondare specialmente i giovani nel loro desiderio di fare un po’ di festa. Tutto questo pur considerando che il rischio di contagio era pur sempre presente. Perciò abbiamo ritenuto di non sollecitare il Rabadan nell’organizzare eventi, evitando che quanto pensato con una dimensione modesta e sopportabile ne assumesse una assai più importante, con tutti i rischi e le conseguenze del caso». E in effetti dopo la partenza in sordina del giovedì, durante le serate di venerdì e sabato il centro città si è affollato «richiedendo un impegno non indifferente alla polizia e alla Croce Verde» per gestire situazioni puntuali e accompagnare oltre trenta persone all’ospedale in stato di alcolemia. «Rabadan non è un Carnevale qualsiasi, mobilita moltissima gente. Avessimo aggiunto degli eventi gestiti dalla società Rabadan – motiva Mario Branda – avremmo finito per attirare ancora più persone in una situazione sanitaria, ripeto, non ancora risolta. Anche una semplice risottata avrebbe facilmente attirato due o tremila persone di tutte le età. Abbiamo voluto evitarlo e credo che il Comitato, saggiamente, abbia a sua volta fatto le medesime nostre riflessioni». La conferma arriva dallo stesso presidente Capoferri, il quale durante l’assemblea non ha in effetti nascosto che «forse è stato meglio così, perché quasi certamente saremmo stati ancora una volta additati, dopo l’edizione 2020, come i responsabili del picco pandemico». Ripresa dei contagi che una settimana dopo il ‘liberi tutti’ annunciato da Berna si è puntualmente manifestata un po’ ovunque, specialmente fra i giovani.

‘Avanti così, per tutta la popolazione’

Resta sul terreno un certo strappo con le autorità. Accentuato poi dal mancato accordo sull’utilizzo del Parco urbano. Situazione sanabile? «Nel corso dei mesi abbiamo avuto diversi contatti con il Comitato del Rabadan o con suoi rappresentanti e continueremo ad averne – risponde Branda – nella convinzione che si tratta di un’organizzazione importante e con molte competenze per un evento in grado di coinvolgere tutta la popolazione e non solo una sua parte. Purtroppo la situazione generale è ancora delicata. In ogni caso per l’edizione 2023 faremo nuove riflessioni e certamente torneremo a confrontarci con la società Rabadan». Come le avete fatte, chiediamo, per il Parco urbano? «Purtroppo le loro date combaciavano con l’open air di Monte Carasso da molti anni organizzato da un intraprendente gruppo di giovani. Volendo evitare doppioni e anche in segno di rispetto verso chi a sua volta si impegna a proporre degli eventi di qualità, abbiamo sottoposto al Rabadan delle date alternative prima e dopo metà giugno, che purtroppo per un motivo o l’altro non andavano bene. A ogni modo, ripeto, Bellinzona e il Rabadan sono portatori di una tradizione significativa e importante che va tutelata».

RISPOSTA AI VERDI

‘Spirito critico ma
priorità alla sicurezza’

Peraltro martedì sera Branda ha risposto in Consiglio comunale a un’interpellanza dei Verdi che chiedevano se il Carnevale "militarizzato organizzato dalla società Rabadan conservi lo spirito originale". «Non si tratta di disquisire sullo spirito del Carnevale e non è nemmeno corretto parlare di Carnevale militarizzato», ha replicato il sindaco: «Il dispositivo di sicurezza aveva il pregio di permettere un filtro all’entrata della Città del Carnevale, evitando che nel centro storico fossero introdotti oggetti pericolosi e bottiglie di vetro (criticità quest’ultima riscontrata quest’anno), ma che permetteva anche di bloccare all’entrata soggetti facinorosi. Inoltre, grazie all’impegno della società Rabadan veniva offerto un trasporto pubblico ad hoc e gratuito e il dispositivo di sicurezza e di pronto intervento consentiva d’intervenire tempestivamente in caso di necessità. D’altro canto la chiusura della Città del Carnevale ha pur sempre rappresentato una certa limitazione della libertà individuale, seppur entro limiti ritenuti ragionevoli». Sempre i Verdi sollecitavano il Municipio a ripensare radicalmente l’impostazione del Carnevale dal 2023 favorendo una città aperta. «Il Municipio valuterà sicuramente con spirito critico la situazione – ha concluso Branda – con l’obiettivo di garantire anche in futuro, pandemia permettendo, lo svolgimento del Carnevale nel modo più sicuro possibile».

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