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‘Ciao-ciao’ Lugano, chiude lo storico negozio di vestiti

Alla base della decisione, che causa due licenziamenti, le difficoltà economiche. Lorenza Sommaruga, presidente di Federcommercio, fa il punto della situazione

Giù le serrande (Ti-Press/F.Agosta)
5 ottobre 2021
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Lugano perde un altro dei suoi negozi storici più iconici. Ha infatti deciso di chiudere ‘Ciao-ciao’, che da oltre 15 anni offre alla sua clientela capi d’abbigliamento a basso costo. Gli spazi del punto vendita si trovano nella centrale via Forte, a pochi passi dal quartiere Maghetti. «La decisione è stata sicuramente sofferta, ma si è purtroppo resa necessaria. Il lavoro è infatti andato sempre più scemando negli ultimi tempi e i due lockdown provocati dalla pandemia hanno inferti i due colpi di grazia», spiegano a ‘laRegione’ i responsabili alle vendite del negozio. La decisione porterà al licenziamento delle due dipendenti, entrambe di lungo corso, attualmente sotto contratto. Tra i motivi della disfatta c’è anche la sempre maggiore difficoltà nel contrastare la concorrenza dei grandi distributori e della vendita online attraverso le piattaforme quali Amazon o Ebay. «Al giorno d’oggi le persone hanno sempre più voglia di fare acquisti continuamente e internet risponde bene a questa esigenza. Purtroppo si sta perdendo il piacere di andare in negozio e toccare con le proprie mani la merce, un’operazione che permette di conoscere davvero un prodotto prima di acquistarlo», afferma una delle due venditrici.

‘Terza chiusura in pochi anni’

Per la catena italiana di negozi, nata a Intra nel 1983 e poi allargatasi in tutta la vicina penisola e in Ticino, si tratta del terzo punto vendita che ha dovuto abbassare le serrande negli ultimi anni. «Qualche anno fa abbiamo dovuto chiudere a Grancia. Stessa sorte è toccata anche al punto vendita di Mendrisio, che si trovava in una bella zona del centro storico. Dispiace, perché noi dipendenti siamo affezionati al negozio e con il proprietario c’è sempre stato un rapporto ottimo e di grande fiducia». Un tentativo di vendere l’attività è comunque stato fatto, senza però trovare qualcuno che fosse realmente interessato all’acquisto. All’interno degli spazi attualmente occupati da ‘Ciao-ciao’ entrerà nei prossimi mesi un altro negozio, che non sarà però di abbigliamento.

‘Bisogna sapersi rinnovare’

Attivo da diversi anni sul territorio ticinese, ‘Ciao-ciao’ è solo l’ultimo di una lunga serie di negozi storici che hanno visto cessare la propria attività. Confrontarsi con i tempi che cambiano e con una clientela sempre più esigente è infatti una sfida irta d’insidie. «Ogni tanto capita che i negozi chiudano, è un fatto che si verificava anche prima della pandemia. Riuscire a cambiare o diversificare l’offerta è sicuramente una ricetta vincente in questi casi», osserva la presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga. Alcuni cambiamenti avvenuti negli ultimi anni sono però evidenti, su tutti l’accelerazione delle vendite online. «Avere una presenza in rete è diventato ormai qualcosa di essenziale. Come dico sempre: non per forza bisogna vendere online, ma almeno marcare la propria presenza e presentare la propria merce». Un ruolo importante in questo senso è quello ricoperto dai social, che permettono di arrivare con immediatezza al pubblico e in particolar modo alle generazioni più giovani. «Facebook e soprattutto Instagram, che negli anni si è diffuso davvero tanto, hanno un ruolo fondamentale – afferma Lorenza Sommaruga –. Non tutti hanno una facilità nell’approcciare con questi mezzi, questo è chiaro. Ma non si tratta in ogni caso di tecnologie troppo complicate, bisogna semplicemente avere un po’ di pazienza. Impegnandosi si riesce a creare una propria rete di seguaci che cresce giorno dopo giorno e che ha un grande potenziale».

‘C’è grande fermento’

Al centro delle analisi devono comunque restare il cliente e le sue richieste. «Una sfida importante è quella di capire cosa desiderano i consumatori e come evolvono i loro interessi. È necessario uscire dalla comfort zone e sperimentare nuove strategie. Il cambiamento va comunque visto come qualcosa di positivo, non come una condanna alla quale doversi adeguare per sfuggire al fallimento», prosegue la presidente di Federcommercio. «C’è fermento in questo momento tra i tanti commercianti ticinesi, la volontà di ripartire nella maniera giusta dopo un periodo difficile è tanta. Molti hanno voglia di cambiare spazi commerciali, e posizionarsi meglio, o ampliarsi». Ma talora... tutto ciò non sembra bastare.

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