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Nel 2010 i cittadini salvarono i giurati. ‘Decisione azzeccata’

Giustizia, Ares Bernasconi ricorda ‘la battaglia condotta con Filippo Contarini’. Giurie popolari: se ne parlerà domani alla Biblioteca cantonale di Bellinzona

Filippo Contarini e Ares Bernasconi (Ti-Press)
23 settembre 2021
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La permanenza dei giudici popolari nelle corti penali ticinesi non era per nulla scontata quando governo e Gran Consiglio cominciarono a lavorare agli adeguamenti organizzativi e normativi cantonali al nuovo codice di procedura, entrato poi in vigore il 1° gennaio 2011. Se i giurati ci sono ancora e continuano ad affiancare i giudici togati lo si deve in prima battuta a una petizione inoltrata nel febbraio 2010 da due giovani giuristi, Ares Bernasconi e Filippo Contarini, all’epoca assistenti di diritto all’università di Lucerna. Secondo Bernasconi e Contarini, la figura dell’assessore-giurato era compatibile con la procedura penale unificata sul piano federale e (anche) per questo motivo andava quindi confermata. Di tutt’altro parere Consiglio di Stato e parlamento. Ritenendo la figura del giudice popolare incompatibile con il codice, non accolsero la petizione. L’accolsero di fatto i cittadini ticinesi, che nella votazione del 28 novembre 2010 respinsero la modifica della Costituzione cantonale caldeggiata dal governo e dalla maggioranza del Gran Consiglio per rimuovere i giurati dalle corti. La figura del giudice popolare venne così mantenuta. Per volontà popolare.

La conferenza pubblica

L’occasione per riparlarne ci è data dalla conferenza pubblica in programma domani sera, inizio alle 18.30, a Bellinzona, alla Biblioteca cantonale. ‘Giurie popolari. Una controversa storia del rapporto fra popolo e giustizia penale’ è il tema su cui interverranno, in qualità di relatori, lo stesso Contarini e il giudice Roy Garré, presidente della Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale. L’accesso, indicano gli organizzatori, sarà consentito soltanto “con certificato Covid, documento d’identità e mascherina” (prenotazione consigliata a bcb-cultura@ti.ch).

Col senno di poi, è stato opportuno opporsi alla cancellazione della figura del giudice popolare?

Direi proprio di sì - annota, interpellato dalla ‘Regione’, Ares Bernasconi, oggi cancelliere del Tribunale federale a Lucerna e lui stesso giudice popolare -. Solo grazie alla battaglia che ho condotto con Filippo Contarini è stato possibile salvare questa importante figura che nel Canton Ticino aveva dato buona prova di sé da oltre cento anni, per la precisione dal 1895, nel panorama giudiziario. Del resto, nei Paesi vicini la compartecipazione popolare ai processi penali riguardanti reati gravi non viene messa in discussione da quasi nessuno. Ma torniamo in Ticino. Al di là di un’avversione personale di alcuni politici e magistrati nei confronti del sottoscritto e di Contarini, ricordo soprattutto lo scarso approfondimento scientifico con cui era affrontato il tema. Si insisteva nell’affermare che il nuovo Codice federale di procedura penale vietasse completamente i giurati. A torto. Ad ogni modo i cittadini nella votazione del novembre 2010 decisero di mantenere gli assessori-giurati. I quali, in virtù del nuovo sistema, intervengono obbligatoriamente nei processi di primo grado dinanzi alla Corte delle assise criminali quando il Ministero pubblico intende proporre una pena detentiva superiore a cinque anni. Per i processi tra i due e i cinque anni di pena detentiva la loro presenza è facoltativa: devono partecipare se l’imputato, la vittima o il Ministero pubblico ne fanno esplicita richiesta. Gli assessori-giurati intervengono anche presso la Corte di appello e di revisione penale quando già in prima istanza la sentenza è stata resa con la partecipazione degli assessori-giurati.

Una figura importante quella del giurato, ha sostenuto. Si spieghi meglio.

Occorre ricordare che nelle corti, sia in primo sia in secondo grado, gli assessori giurati sono quattro, più due supplenti, mentre i giudici togati sono solo tre. Gli assessori-giurati restano in maggioranza. Il loro ruolo è dunque di peso e non marginale nell’elaborazione, insieme con i togati, della sentenza. Con l’attuale procedura oserei dire che i loro compiti sono aumentati. Col previgente Codice di procedura cantonale i giurati esprimevano, in camera di consiglio, la loro opinione sul caso al centro del processo soltanto in base alle risultanze del dibattimento. Oggi consultano gli atti prima del processo. Quest’ultimo aspetto sembrava l’ostacolo maggiore al mantenimento degli assessori-giurati. Invece si è rivelato l’elemento forte. I giurati infatti apprezzano molto il fatto di potersi confrontare e soprattutto di riflettere sul caso prima del dibattimento. I giudici popolari ritengono che il Codice di procedura penale del 2011 abbia valorizzato il loro ruolo.

Insomma, secondo lei i timori di alcuni politici e magistrati, che manifestavano perplessità sul mantenimento degli assessori-giurati, si sono rivelati infondati...

Credo di sì. Certo, un procedimento con gli assessori-giurati è meno agile di un processo senza. Anche un tribunale collegiale di soli magistrati ha però dinamiche differenti rispetto a un giudice unico. All’epoca immagino vi fosse una certa paura nell’implementazione del nuovo codice. Il tempo ha tuttavia permesso di trovare le forme migliori per svolgere processi efficienti nel rispetto dei diritti di tutte le parti. Un processo con gli assessori-giurati poteva protrarsi per un mese, oggi durano non più di qualche giorno. Ho poi potuto constatare che gli attuali assessori-giurati sono molto attenti e interessati al loro ruolo. Che il sistema funzioni è dimostrato dai fatti. E in questi dieci anni sia il Tribunale penale cantonale sia la Corte di appello e revisione penale non hanno mai sollecitato apertamente un qualsivoglia intervento del legislatore sulla questione.

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