Mendrisiotto

Mendrisio, le Processioni storiche tornano in forma inedita

Le sfilate tradizionali non ci saranno, ma da metà marzo all'11 aprile il patrimonio Unesco sarà comunque presente nelle vie del Borgo

Dopo l'annullamento dell'edizione 2020 (archivio Ti-Press)
24 febbraio 2021
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«Abbiamo bisogno di normalità e di rivivere le nostre tradizioni». Gabriele Ponti, presidente del Consiglio di Fondazione delle Processioni della Settimana Santa di Mendrisio, si definisce un presidente «contento». Dopo lo stop imposto dal coronavirus lo scorso anno, le Processioni storiche torneranno ad animare il cuore del Borgo di Mendrisio. Un evento che «si terrà in forma inedita – precisa subito Ponti –. L'iscrizione al Patrimonio immateriale culturale dell'Unesco che abbiamo ottenuto nel dicembre 2019 impone il coinvolgimento della comunità e questo nuovo progetto è stato costruito grazie all'apporto di giovani legati al mondo delle Processioni e di chi partecipa a questo evento da una vita». I dettagli di questa nuova versione delle Processioni saranno definiti nel dettaglio nelle prossime settimane (e saranno adattati alle disposizioni sanitarie che saranno in vigore). L'unica cosa certa è che la durata degli eventi sarà prolungata. «La pandemia ci obbliga a dilatare i nostri tempi: gli assembramenti non sono permessi e, di conseguenza, l'attenzione deve essere massima». Per il momento si sa solo che da metà marzo, e fino all'11 aprile, lungo le vie della città saranno posati i Trasparenti e trasformate le vetrine dei commerci in palcoscenico per gli abiti e gli ornamenti dei figuranti. Le chiese di San Giovanni, Santa Maria, Santissimi Cosma e Damiano e Cappuccini saranno aperte al pubblico e allestite come tradizione.

La nuova veste delle sfilate

Ma cosa succederà nei giorni a ridosso della Pasqua che, ricordiamo, verrà celebrata il 4 aprile? «Le Processioni così come le conosciamo non potranno sfilare – commenta ancora Gabriele Ponti –, ma saranno comunque presenti nelle vie del Borgo in un modo alternativo che coinvolgerà la macchina dei volontari. L'entusiasmo è grande e questo non può che farmi piacere perché testimonia la voglia di perpetrare le tradizioni e l'attaccamento di tutti quanti alle nostre Processioni». La decisione di procedere con il nuovo progetto è diventata definitiva ieri, quando sono arrivati gli ultimi nullaosta che mettono definitivamente in moto la macchina organizzativa. «Il rinvio dell'anno scorso, arrivato proprio a ridosso dell'evento, è stato un colpo per tutti – ammette il presidente –. Per quest'anno aspettavamo il miracolo e così, come tutti, una diversa evoluzione della situazione sanitaria. Ma non ci siamo adagiati e abbiamo cercato idee alternative».

Idee di giovani e meno giovani

Una telefonata di scambio d'auguri natalizi tra Gabriele Ponti e i presidenti delle tre Commissioni coinvolte nelle Processioni – Giovedì Santo, Venerdì Santo e Cavalli – è stata l'occasione per fare il punto della situazione. «Durante la chiacchierata è nata una delle idee che svilupperemo – aggiunge Ponti –. A questa si è aggiunto un gruppo di giovani legati alle Processioni che ci ha detto che avrebbero voluto sviluppare un loro progetto». Il dossier relativo all'iniziativa è stato sviluppato a partire dalla metà di febbraio. Dopo la conferma, arrivata ieri, che il progetto ha ottenuto l'accesso a fondi messi a disposizione da Confederazione e Cantone, «lo sprint finale» è iniziato. «La tempistica ci ha portato fino a oggi – annota il presidente –, ma tutti quanti non vediamo l'ora di essere ai blocchi di partenza: in questi giorni contatteremo le tante persone coinvolte». In una forma nuova e innovativa, ma le Processioni torneranno nuovamente a essere un momento di comunione tra storia e attualità, tradizione e innovazione, luoghi e persone, nel pieno rispetto delle caratteristiche che hanno permesso a questa manifestazione di entrare a far parte del patrimonio mondiale dell'umanità. «Ho sempre parlato di tradizione e innovazione e questo sarà un chiaro esempio pratico – conclude Gabriele Ponti –. È stato bello vedere che sono arrivate idee da tutti e soprattutto constatare come anche chi per anni ha perpetrato le tradizioni, si è subito adattato a qualcosa di nuovo».

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