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Fusione Bassa Leventina, ‘qui c’è chi vede solo incertezza’

Il sindaco di Personico analizza il voto contrario del Consiglio comunale: ‘Non si è capito che a medio termine unire le forze premia’

Al centro Emilio Cristina (sindaco di Personico) con a sinistra il sindaco di Bodio Stefano Imelli e a destra il coordinatore della Commissione di studio Renato Scheurer (municipale di Giornico).
23 febbraio 2021
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La risposta è rapidissima (al secondo squillo) e la premessa è lapidaria: «Poche domande perché non sono di luna buona». Ma nonostante il sindaco di Personico mastichi amaro, è molto disponibile a ragionare sull’accaduto. Il ‘suo’ Consiglio comunale lunedì sera con soli 5 voti favorevoli e 14 contrari ha preavvisato negativamente il progetto aggregativo della Bassa Leventina elaborato coinvolgendo nella commissione di studio anche Pollegio (pure contrario, ma non è una sorpresa avendo il Municipio mostrato, a maggioranza, pollice verso già in partenza), Bodio e Giornico (favorevoli). Lo scetticismo a Personico era rimasto – almeno per quanto è riuscito a filtrare oltre le pareti istituzionali – sottotraccia; ecco perché scriviamo di un esito negativo a sorpresa. «Invece me l’aspettavo – spiega Emilio Cristina – perché dal Legislativo non sono mai giunti segnali positivi. Le opinioni messe nero su bianco nei rapporti delle commissioni Gestione e Petizioni non lasciavano presagire altre soluzioni». In particolare la Petizioni all’unanimità ha invitato il plenum a rigettare il progetto, mentre la Gestione lo ha fatto a maggioranza (tre contro due). Su dieci consiglieri otto contrari e due favorevoli, ciò che si è rispecchiato nello scrutinio finale. «La strada era dunque parecchio in salita e non mi facevo troppe illusioni», rileva Emilio Cristina.

Giù le mani dal moltiplicatore

No secco dunque ma preceduto da un lungo dibattito in sala, diversamente da quanto accaduto negli altri tre Comuni dove si è deciso in tempi relativamente rapidi. Un lungo dibattito che non ha contribuito a modificare le opinioni pre-costituite. Il sindaco evidenzia come un concetto, più di tutti, abbia maggiormente condizionato le riflessioni: «La sensazione che l’aggregazione non sia un'opportunità di crescita ma semmai un salto nel buio fra tante incertezze. Ecco, il termine ‘incertezza’ è risuonato parecchie volte lunedì sera». Concretamente, incertezza «dettata dalla difficoltà nel vedere, in un matrimonio a quattro, prospettive di crescita e consolidamento del nostro benessere acquisito». In soldoni, uno dei timori è stato quello di vedere minacciato il moltiplicatore d’imposta che attualmente a Personico si situa al 90% e che la Commissione di studio ha indicato per il nuovo Comune aggregato al 95%, se non addirittura al 100, temono gli scettici, secondo i quali per riuscire a mantenerlo al 95 bisognerebbe investire poco e tagliare con la scure la spesa corrente. «Alla fine la sensazione che non vi siano certezze ha purtroppo fatto presa. E a nulla è servito ribadire che ogni aggregazione comunale porta con sé una certa dose d’incertezza. Che però è meno pesante, secondo me, dei rischi che si correranno restando ognuno per conto proprio».

‘Le nubi all'orizzonte già si vedono’

Il tempo dirà chi ha ragione. «Ma è proprio il tempo – obietta Emilio Cristina – secondo me uno dei punti centrali su cui non si è voluto ragionare a sufficienza. Se guardiamo alla nostra piccola realtà, sul breve termine posso senz’altro dire che andrà tutto ancora abbastanza bene. Ma è sul medio e lungo termine che i problemi andranno a pesare maggiormente di quelle che oggi, secondo la maggior parte dei consiglieri, costituiscono delle incertezze negative ai fini di un’aggregazione. Le nubi, all’orizzonte, già si vedono». Fuor di metafora le nubi sono, elenca il sindaco, «la continua evoluzione della spesa, il conseguente maggior impegno che sarà richiesto all’amministrazione comunale, poi la riforma Ticino 2020 e la conseguente modifica del sistema perequativo».

Aspettando gli effetti di ‘Ticino 2020’

Concetti, gli ultimi due, che il Consiglio di Stato riassume così nel portale del Cantone: “La riforma dei rapporti fra Cantone e Comune non mira a semplici correttivi. Partendo da una nuova geografia comunale disegnata dal Piano cantonale delle aggregazioni, s’intende revisionare strutturalmente i compiti e i flussi esistenti, che implicheranno a loro volta la riconfigurazione del sistema perequativo - perno della storica solidarietà fra i Comuni stessi - e la riorganizzazione dell'amministrazione cantonale e comunale”. Tradotto: chi non s’aggrega, chi non cambia passo, chi non guarda oltre l’uscio di casa resta al palo.

‘L'unione fa la forza’

«In particolare la riforma della perequazione, prevista nel 2023, si tradurrà nel nostro caso in minori introiti, che come ben sappiamo sono di vitale importanza. Lo stesso varrà per noi e per i Comuni vicini – avverte Emilio Cristina – se non si accetterà di unire le forze. Perché è chiaro che l’unione, in questo preciso contesto, fa la forza». Messaggio chiaro, ribadito ancora in sala lunedì sera dal Municipio, ma non recepito dalla maggioranza del Consiglio comunale. I ‘sì’ sono giunti dalla Sinistra e da un esponente del Plr, i ‘no’ dagli altri liberali-radicali e dalla lista civica. A questo punto, conclude il sindaco di Personico, «mi prendo qualche giorno di tempo per ragionare sull’accaduto; poi dovremo sottoporre alla Commissione di studio i risultati delle consultazioni maturate in seno al Municipio e al Consiglio comunale». A sua volta la Commissione invierà il dossier riassuntivo alla Sezione enti locali che al Dipartimento istituzioni vigila sul buon funzionamento degli organi locali. Il dipartimento di Norman Gobbi dovrà quindi fare le proprie valutazioni, considerando la difficoltà di chiamare la popolazione alle urne, il prossimo autunno, di fronte al ‘niet’ espresso da due Legislativi su quattro. L’esito della votazione consultiva farebbe poi da base al messaggio governativo indirizzato al Gran Consiglio. La cui eventuale decisione sarebbe impugnabile con ricorsi e referendum.

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