Commento

La lezione di Elliot Page, persona transgender non binaria

Qualche riflessione dopo l'annuncio dell'attore canadese, al di là dei commenti d'odio sui social media

Mi chiamo Elliot (Keystone)
3 dicembre 2020
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L’attore canadese Elliot Page ha annunciato di essere una persona transgender non binaria. In un lungo post su Twitter, il protagonista di ‘Juno’, ‘Hard Candy’ e star della serie ‘The Umbrella Academy’ ha scritto di usare i pronomi personali ‘he’ (lui) e il ‘singular they’ (che si potrebbe rendere in italiano con ‘loro’) e di chiamarsi, appunto, Elliot.

È stato interessante seguire il dibattito che ne è seguito sui social media, sia in calce all’annuncio originario, sia ai vari articoli che hanno ripreso la notizia. Purtroppo non sono mancati gli insulti e le minacce, ma quelli ignoriamoli, sperando che facciano lo stesso anche le persone direttamente o indirettamente coinvolte in quei messaggi d’odio. Concentriamoci invece su alcuni aspetti interessanti emersi nelle discussioni, approfittando dell’annuncio di Elliot Page per conoscere un mondo, quello delle persone transgender e delle identità non binarie, in cui può essere difficile raccapezzarsi. Che poi è uno dei motivi per cui l’attore ha deciso di fare il suo annuncio: non solo per vedersi riconoscere e rispettare la propria identità e il proprio nome, ma anche per dare spazio pubblico a un tema su cui si ignorano molte cose.

Un primo punto è certamente l’opportunità di riportare il “nome di nascita” di Elliot Page, quello con cui l’attore era conosciuto e che troviamo citato nelle locandine dei film. Proprio per la notorietà di quel nome, in molti lo hanno più o meno innocentemente riportato, in alcuni casi presentando Elliot quasi fosse un nome d’arte o uno pseudonimo. Non è così: più che un cambio di nome e genere, dovremmo parlare di comprensione della propria identità di genere: Elliot è sempre stato Elliot, semplicemente ancora non lo sapeva, non lo aveva compreso, o non lo aveva annunciato, e in generale sarebbe meglio evitare di ricordare il ‘deadname’ di una persona transgender, perché appartiene al passato (e spesso a un passato difficile). Nel caso specifico un riferimento è comunque inevitabile, quantomeno quando si parla dei film precedenti. Così, mentre il britannico ‘Guardian’ ha titolato “Elliot Page: star of Juno and X-Men announces he is transgender”, l’italiano Il Post ha optato per un “La persona nota finora come Ellen Page ha detto di essere transgender”: scelta comprensibile, per quanto criticata in quanto ha riportato, seppur con una certa cautela, il ‘deadname’ di Elliot Page.

Un secondo punto è che Elliot Page ha scelto di usare (anche) il pronome maschile ‘he’, ma non per questo è un maschio: è una persona non binaria, che non si riconosce nel dualismo di genere prettamente maschile o prettamente femminile. Generi che possono non coincidere con il sesso biologico di una persona (che non hanno nulla a che fare con l’orientamento sessuale, sia esso eterosessuale, omosessuale, pansessuale, asessuale o altro ancora). È complicato, ben più di quanto qui sommariamente tratteggiato: comprensibile un po’ di smarrimento, che comunque non esclude buona educazione e rispetto. E come regola di buon senso, aspettiamo che la persona che abbiamo di fronte ci dica se preferisce essere chiamata al maschile, al femminile o con termini neutri rispetto al genere.

Ultimo punto: Elliot Page è sposato con una donna, e lui stesso, quando ancora parlando della sua identità lo faceva al femminile, aveva fatto coming out come lesbica. E ha un po’ sorpreso trovare, in risposta al suo annuncio su Twitter, critiche (e insulti) non solo da parte di bigotti e tradizionalisti, ma anche di femministe e lesbiche secondo cui l’annuncio di Elliot Page avrebbe danneggiato la loro causa. Si tratta di una frattura difficile da capire “dall’esterno”, basata in parte su divergenze oggettive – le battaglie sociali e civili sono diverse –, in parte sull’erronea idea che riconoscere i diritti di alcuni (le persone transgender) possa in qualche maniera toglierne a chi (omosessuali cisgender e donne) li ha appena parzialmente ottenuti.

Di cose da dire ce ne sarebbero ancora altre, ma fermiamoci qui, rallegrandoci perché Elliot Page ha riconosciuto la propria identità e augurandoci che questo possa avvenire per sempre più persone. Il che dipende anche da noi.

 

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