Mendrisiotto

Soprusi in casa anziani a Balerna: 'il caso è chiuso'

Il Gran Consiglio ha bocciato la proposta firmata da Matteo Pronzini (Mps) di avviare una inchiesta esterna. 'I fatti sono stati chiariti'

Rinnovata l'autorizzazione d'esercizio (Ti-Press)
9 novembre 2020
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Per il Gran Consiglio il caso dei maltrattamenti patiti, negli anni, da alcuni dei residenti del Centro degli anziani di Balerna è chiuso. Non si aprirà, infatti, alcuna inchiesta esterna all'amministrazione cantonale per fare ulteriore chiarezza sui fatti che si sono consumati dal 2010 in poi, così come chiesto a gran voce da una mozione del deputato Matteo Pronzini (Mps), appellandosi alla Legge sanitaria. La maggioranza del parlamento - 66 i voti a favore, 5 i contrari e un astenuto - ha infatti seguito oggi, lunedì, la Commissione sanità e sicurezza sociale, che non ha ritenuto di appellarsi a degli specialisti e di mettere in discussione (di nuovo) l'operato delle autorità comunali, cantonali e giudiziarie.

'I fatti avvenuti? Gravissimi'

Nessuno nell'aula ha misconosciuto la gravità dei soprusi vissuti dagli ospiti e che si sono riverberati sui loro famigliari, ma si è ritenuto, come ha evidenziato la relatrice della Commissione Maristella Polli (Plr), che due filoni di indagine in ambito penale - poi approdati davanti ai giudici -, una inchiesta amministrativa condotta dal Comune - che, a detta del Municipio locale, non ha portato alla luce elementi tali da sanzionare i vertici dell'istituto - e l'intervento dell'Ufficio del Medico cantonale siano stati sufficienti per sviscerare a fondo fatti e responsabilità. «È indubbio - ha ribadito la deputata - che vi sono casi isolati che colpiscono e ciò che è successo a Balerna ha sicuramente marcato le persone coinvolte».

E proprio di quelle persone, le vittime, i dipendenti che hanno avuto «il coraggio di denunciare», i famigliari che hanno lottato per avere giustizia, Pronzini, ha voluto ricordare i nomi e l'esistenza, rivendicando la necessità di non archiviare un caso rimasto per troppo tempo inascoltato. Quanto avvenuto, ha rilanciato, è «una delle tante pagine buie».

'Si mette in discussione un sistema'

L'azione del Movimento per il socialismo è stato letto, però, anche come un attacco al 'sistema' dell'assistenza agli anziani. I fatti evocati, ha ribadito anche il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa, sono «gravissimi» e il Consiglio di Stato al pari di chi opera nell'amministrazione, ha tenuto a sottolineare, non si sono mai sottratti al loro dovere. Di fatto, «si parte da un caso puntuale per mettere in discussione un settore - con i suoi 5mila dipendenti, ndr - che sta attraversando un momento difficile: attaccarlo è ingiusto». Il Consigliere di Stato ha quindi rigettato le 'accuse' e confermato la sua «piena fiducia» ai funzionari.

Ispezione positiva: apportati miglioramenti

A fare testo oggi agli occhi del Cantone vi è altresì l'esito dell'ispezione effettuata dall'Ufficio del Medico cantonale - quanto autorità di vigilanza - all'interno del Centro anziani nell'estate di un anno fa. Controllo, come ha ricordato la Commissione nel suo rapporto, che ha permesso di constatare "la realizzazione dei provvedimenti intimati nella precedente verifica e il rispetto delle condizioni previste dalla Direttiva concernente i requisiti essenziali di qualità per gli istituti di cura per anziani". Un responso favorevole che ha portato a rinnovare per altri tre anni l'autorizzazione d'esercizio.

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