Mendrisiotto

Chiasso incassa il colpo del Covid-19: i bilanci (per ora) tengono

I Preventivi 2021 vedono rosso, ma di poco. Il moltiplicatore, però, non si tocca. A pesare la socialità e i contributi sollecitati dal Cantone

Si tengono le posizioni, nonostante i contraccolpi (Ti-Press)
6 ottobre 2020
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Chiasso ha un conto in sospeso con il Covid-19: la comunità ha 'pagato', infatti, la sua quota di dolore alla pandemia. Una sofferenza patita sul piano sociale e al contempo economico. La cittadina, però, ha dimostrato di essersi fatta gli anticorpi, almeno sul piano della contabilità comunale. Sin qui, infatti, i bilanci hanno retto al contraccolpo degli ultimi mesi e le previsioni appaiono rincuoranti (nonostante tutto). Anche se, ammette il sindaco Bruno Arrigoni, questa volta più di altre è stato difficile mettere nero su bianco i numeri del Comune. Certo il Municipio non ha potuto evitare di tingere di un po' di rosso i Preventivi per il 2021, pur riuscendo a gestire il fabbisogno (in linea) sui 24,3 milioni, a mantenere stabile il debito pubblico e a farsi forte di un gettito fiscale di 24,2 milioni (14,4 dalle persone fisiche e 8,2 da quelle giuridiche, entrambe date in aumento). Tirate le somme, però, il disavanzo risulta essere comunque contenuto, si parla di 188mila franchi. Tenere le posizioni richiederà, è evidente, un sacrificio e qualche promessa, anticipa Arrigoni, non potrà essere mantenuta, seppur a ragion veduta.  «Nei nostri calcoli - chiarisce il sindaco -, il moltiplicatore viene confermato al 90 per cento. È vero, prima del coronavirus valutavamo di diminuire la pressione fiscale di 3 o 4 punti, ma oggi non ci sentiamo di fare questo passo: sarebbe azzardato. D'altra parte, mantenerci a quota 90 ci permetterà di presentare delle cifre sopportabili, con i dovuti paracadute».

Quella mail che ha scompaginato i conti

L'atterraggio per gli enti locali, va detto, non sempre è morbido. E se far fronte alla crisi sanitaria è stata una sfida non preventivabile, incassare i colpi delle richieste calate da Palazzo delle Orsoline è diventata quasi una voce di bilancio. È bastata una «semplice e-mail del Cantone - commenta amaramente Arrigoni - per vanificare il lavoro certosino fatto sui dicasteri». Obiettivo dichiarato: limare il più possibile le spese quotidiane dell'amministrazione (peraltro una operazione riuscita). Ma si sa, sui costi che ricadono dall'autorità superiore, c'è scarso margine di manovra. Così sulla finanziaria 2021 pesano, in particolare, due capitoli; ovvero la socialità - già nodo gordiano dei bilanci del Comune polo - e il trasporto pubblico. A dare l'idea, ci guida il sindaco attraverso i dati contabili, bastano due percentuali, quelle che segnano la crescita del fabbisogno dei singoli dicasteri. Ebbene per le spese sociali il dato aumenta di quasi il 10 per cento, per la mobilità (abbinata a pianificazione e ambiente) di circa il 23.

'La metà delle spese comunali è per la socialità'

Il fatto che la Socialità rappresenti quasi la metà delle spese globali del Comune - 30 milioni a fronte dei 68 totali - la dice già lunga. In più, rende attenti la capo dicastero Roberta Pantani, «questo ambito soffre la situazione attuale». In effetti, se sino al preventivo scorso il cruccio era rappresentato dagli oneri dettati dall'assistenza - che nelle previsioni resta stabile a un milione e 650 mila franchi, sebbene «l'onda lunga della crisi economica si ripercuoterà nel 2022» -, oggi sono altri gli aspetti che danno da pensare; a cominciare dai contributi dovuti a supporto degli istituti per anziani, le cure a domicilio e i servizi di appoggio. Poi c'è la crisi sanitaria, che si farà sentire anche nei prossimi anni.

'Il dato più eclatante? I maggiori costi per pandemia'

«Il dato più eclatante - commenta la vice sindaco - è rappresentato proprio dai maggiori costi relativi alla pandemia. Per quest'anno ammontano a circa mezzo milione di franchi, cifra che stimiamo si ripresenterà nel 2021». Anche se qui permangono le incognite, sui contributi da versare al Cantone e sulle spese per disinfettanti e materiale di protezione necessari per le  200 persone che lavorano nei due istituti sociali della cittadina. Al momento le uniche opportunità di incassare (e non spendere) sono legate all'aiuto straordinario annunciato dal Consiglio di Stato per fronteggiare gli effetti del Covid-19 - «per ora non si sa a quanto ammonterà» - e al processo che prospetta, da un lato, la cantonalizzazione dell'assistenza e, dall'altro, l'attribuzione ai Comuni dei servizi anziani e cure domiciliari. Un cambio di passo quest'ultimo, spiega la capo dicastero, che potrebbe portare «un vantaggio di 2-300mila franchi, volendo essere prudenti; ma è musica del futuro». Quindi resta il fatto, annota ancora, che «la socialità pesa nei conti comunali e non abbiamo margini per limitare i costi». 

Trasporto pubblico, ma quanto mi costi

Non va meglio sul fronte della mobilità. «Da parte nostra - osserva il sindaco - samo favorevoli a puntare sul trasporto pubblico, ma constatiamo che ci costa un sacco di soldi. Il solo contributo dato al Cantone per il 2021 ammonta a 640mila franchi, quasi tre volte quanto abbiamo pagato l'anno scorso». Non resta che consolarsi, richiama ancora Arrigoni, con lo «sconto» di 300mila franchi concesso sulla partecipazione al finanziamento dei compiti dello Stato.

Tra investimenti e incentivi anti-Covid

Ciò non toglie che la cittadina si prepara a investire, e più degli ultimi due anni. Al netto dei sussidi (in tutto 730mila franchi) si spenderanno 6,7 milioni. Il Municipio intende continuare a far leva sulle opere di riqualifica nei quartieri, con via Soldini alle battute finali e gli interventi futuri nella parte alta di Corso San Gottardo e il comparto di via Franscini (in totale per questi due ultimi si prevede per l'anno prossimo un'iniezione complessiva di mezzo milione, ma qui manca ancora il voto del legislativo). Tra gli investimenti non si può non considerare, poi, il credito quadro 'Covid-19', ovvero 2,1 milioni su due anni (1 milione nel 2021).

Il Comune, ha cercato, insomma, di dare una mano al suo tessuto sociale. Anche se le reazioni sono parse timide. «Ad oggi - richiama il sindaco - solo quattro aziende si sono fatte avanti per chiedere l'incentivo di mille franchi che abbiamo riconosciuto alle ditte e agli artigiani che assumono un apprendista. Poche anche le tessere di 20 franchi già rientrate (meno di un centinaio, ndr), inviate ai cittadini per spronarli a far acquisti sul territorio. Ed è un peccato non vengano utilizzate». Tra l'altro l'azione si esaurirà a fine mese. 

Progettualità, si guarda avanti

Il Municipio, in ogni caso, ha ancora qualche dossier nel cassetto. È il caso del Rod, il Regolamento organico dei dipendenti. «Il documento è pronto - fa sapere il sindaco- e sarà inviato nei prossimi giorni o settimane alle Commissioni e ai consiglieri comunali». I lavori sono ancora... in corso, invece, per concretizzare il risanamento del centro polivalente Palapenz: una operazione da 5 milioni e mezzo ferma davanti alle Commissioni (Gestione ed Edilizia). Per sbloccare la situazione l'esecutivo ha pensato di bussare alla porta dei vicini, che «utilizzano in modo attivo la struttura». La richiesta? Partecipare all'investimento con un milione di franchi, da suddividere equamente (200mila franchi a testa). «In effetti, abbiamo incontrato le autorità dei Comuni limitrofi e il sentimento che ne abbiamo ricavato è positivo, ora attendiamo le risposte».

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