Ticino

'Non possiamo compromettere l'equilibrio finanziario'

Christian Vitta invita le forze politiche a trovare una sintesi per rimettere in carreggiata i conti pubblici per pensare al rilancio del Paese

(foto Ti-Press)
16 settembre 2020
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Era atteso e puntualmente il disavanzo da quasi 270 milioni si è manifestato con il pre consuntivo di fine agosto. A pesare sui conti del cantone, più che l'aumento delle spese stimate in maggiori 59 milioni di franchi (quasi tutte per costi sanitari), è in particolare il crollo del gettito fiscale. «Stimando in -8% la diminuzione del Pil cantonale per il 2020, la conseguenza è una diminuzione di oltre 200 milioni di franchi», ci spiega il consigliere di Stato Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia. 

Un calo che potrà ripetersi anche per il 2021? «Per l’anno prossimo ci si attende una ripresa dell'economia, ma non tale da compensare il forte rallentamento di quest'anno. Quindi non si recupererà tutto il gettito perso. Da qui l'esigenza di evitare che lo squilibrio dei conti diventi strutturale», aggiunge Vitta che sulle proposte politiche di portare il coefficiente d'imposta cantonale al 100% e di sospendere per i prossimi due anni il meccanismo di freno al disavanzo afferma: «nelle prossime settimane verrà reso noto l'aggiornamento del piano finanziario e si avrà una visione strutturale della situazione. È giusto che in seguito tutte le forze politiche si confrontino e portino delle proposte». «Tutti, però - continua Vitta - dovranno avere la consapevolezza che nell'ottica della presentazione del preventivo 2022 e quello degli anni successivi, bisognerà trovare un cammino di riequilibrio delle finanze che non è un esercizio fine a se stesso, ma un’operazione fondamentale per poter realizzare i progetti di sviluppo del Paese». «Con finanze compromesse non sarebbe possibile», aggiunge ancora Vitta. 

È pur vero che la situazione finanziaria attuale non è frutto di politiche sbagliate. L’emergenza deriva da una situazione straordinaria determinata dalla pandemia di coronavirus. Perché non si può fare crescere il debito per due o tre anni? «E proprio in queste situazioni eccezionali che si cerca di remare tutti nella stessa direzione, uniti anche se con sensibilità diverse. La stessa unione che ci ha permesso di superare la fase più acuta della crisi dove in fondo tutti hanno remato nella stessa direzione. I prossimi mesi li dovremo utilizzare per confrontarci secondo le sensibilità politiche di ognuno, ma poi sarà necessario trovare un minimo comune denominatore». «Ripeto, non è solo questione di aumento temporaneo del debito pubblico. Quello ci sarà comunque. Compromettere invece in modo strutturale l'equilibrio tra entrate e uscite impedirà di fare politiche a favore di famiglie e imprese. Fare debiti per finanziare gli investimenti è corretto, per finanziare le spese correnti diventa un problema sul medio termine. Per questa ragione nel medio termine dobbiamo rimettere in carreggiata in conti pubblici. In fondo tutti noi vogliamo che si esca da questa crisi il più in fretta possibile in modo da preservare il substrato economico del Cantone».

Un messaggio rivolto non solo alle forze politiche, ma a tutta la società. «Nei prossimi mesi il mercato del lavoro sarà sotto pressione, ci saranno delle imprese che saranno in difficoltà. Dobbiamo pensare anche al rilancio del Paese. Le finanze pubbliche sono solo un lato della medaglia», conclude Christian Vitta.

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