Estero

Scontri a Portland, ucciso un sostenitore di Trump

Durante le proteste antirazzismo è morto un uomo appartenete al gruppo di estrema destra 'Patriot Prayer'

La morte porta più morte (Keystone)
30 agosto 2020
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Sabato notte a Portland c'è stato un morto durante gli scontri esplosi tra i manifestanti del movimento Black Lives Matter e i sostenitori pro Trump arrivati in città a bordo di centinaia di furgoni e pickup. È proprio a un gruppo ultraconservatore e di estrema destra, quello dei Patriot Prayer, che apparteneva la vittima, colpita al petto da un proiettile. Per lui non c'è stato scampo, morto sul colpo. Dalle prime ricostruzioni gli spari sarebbero iniziati dopo che dai pickup dei sostenitori del presidente Trump sarebbe partita verso i manifestanti in strada una raffica di proiettili alla vernice. In risposta verso i veicoli sarebbe partito un fitto lancio di oggetti, pietre, bottiglie, bidoni della spazzatura. A un certo punto la tragedia, di cui sia sta tentando di ricostruire la dinamica per individuare i responsabili. A indagare insieme alle forze dell'ordine locali anche gli agenti dell'Fbi. Ma la vera preoccupazione ora è che la situazione di Portland, già da settimane degenerata, possa finire del tutto fuori controllo, con una vera e propria guerra tra fazioni opposte.
Così, a due mesi dalle elezioni presidenziali del 3 novembre, la campagna elettorale rischia di raggiungere livelli di tensione mai visti nella storia americana recente. Del resto i fatti di Portland arrivano nel momento in cui il Paese è
attraversato da una nuova ondata di proteste contro il razzismo e la polizia violenta. A innescarla il caso di Jacob Blake a Kenosha, in Wisconsin. Qui martedì si recherà Donald Trump: ma, almeno stando all'agenda ufficiale finora diffusa dalla Casa Bianca, non per incontrare la famiglia dell'afroamericano a cui un agente ha sparato sette colpi di pistola alla schiena, ma per portare solidarietà alle forze dell'ordine. Quei "poliziotti eroi" impegnati nel contrastare il piano di anarchici il cui obiettivo, a dire del tycoon, è quello di mettere a ferro e fuoco le città americane e di farlo perdere nelle urne. Per questo Trump, invocando lo slogan 'law and order' che continua ossessivamente a twittare, spinge ancora una volta per la linea dura, e chiede l'intervento degli uomini della Guardia Nazionale a Portland e ovunque ci siano proteste. "Tutte le opzioni sono sul tavolo", ha affermato il responsabile del Dipartimento della sicurezza nazionale Chad Wolf spiegando che il governo federale sta studiando una risposta per quello che accade a Portland e in altre città.
"Se eletto presidente non userò mai la Guardia nazionale per motivi politici o di vendetta personale. Questo non è 'law and order', questo è usare l'esercito come una milizia privata violando i diritti dei cittadini", la replica del candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden. E l'America, in attesa dell'Election Day, si appresta a vivere un autunno caldo.

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