Ticino

Coronavirus, l'aggiornamento: 834 casi in Ticino, 22 decessi

Il medico cantonale: 'Il picco è atteso fra due o tre settimane'. Cocchi: 'Over 65 vadano in letargo'. Segui la conferenza stampa in diretta sul sito de 'laRegione'

20 marzo 2020
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Gli aggiornamenti sul coronavirus in Ticino arrivano dal medico cantonale Giorgio Merlani: «Oggi abbiamo 834 casi confermati e 22 decessi. 169 sono le persone ricoverate, di queste 35 in terapia intensiva. Il picco è atteso fra due o tre settimane da ora. Il problema più grande con il quale siamo confrontati è la velocità di progressione dei contagi». E qui l'invito  accorato del medico cantonale a quanti stanno ancora sottovalutando la pericolosità del virus: "State a casa". Il virus - ha spiegato - ha bisogno di un corpo umano per spostarsi e riprodursi. "Più le persone si muovono e più la malattia si propaga". "Porteggendo voi stessi, proteggete gli altri", ha poi commentato.

"Se vuoi uscire ancora, devi stare a casa ora". Con questo slogan, il comandante della polizia cantonale Matteo Cocchi ha ribadito le regoli sociali da seguire in questo frangente molto particolare: "Seguite le indicazioni delle autorità, evitate le passeggiate. In poche parole seguite quello che da giorni vi diciamo", ha ricordato Cocchi che a una precisa domande su possibili misure coercitive, ha risposto: "Se dei comportamenti irresponsabili della popolazione continueranno, probabilmente porteranno a un giro ulteriore di vite da parte delle Autorità. Nel caso della possibilità di dare multe disciplinari, sarò io il primo a dare l'ordine di fare cassetta». Per Cocchi una misura come il coprifuoco per gli over 65 deciso dal Canton Uri «diverrebbe molto problematica da applicare per un cantone come il nostro» e aggiunge: «Persone anziane, dovete andare per un po' in letargo». 

In questo contesto di emergenza sanitaria, le voci che giungono dall'Italia e che parlano di un precetto d'obbligo per medici e infermieri attivi all'estero (soprattutto in Ticino) sono tutt'altro che rassicuranti secondo il medico cantonale, il quale ribadisce che si tratta «di uno scenario contemplato in crisi di grandi proporzioni come questa, scenario che si analizza e che si teme». In ogni caso la priorità, afferma Merlani, è garantire l'operatività del sistema sanitario «con o senza il personale frontaliere». Anche se, riconosce, una tale ipotesi «sarebbe un duro colpo».

Il picco di malati è atteso tra 2-3 settimane

Giorgio Merlani: "Quello che preoccupa è la velocità di progressione. Se i casi Covid-19 raddoppiano ogni tre giorni, avremo un problema grosso". Quanto affermato giovedì sera alla Rsi, durante la trasmissione 'Falò dai vertici dell'ospedale 'La Carità' di Locarno è confermato: "C'è ancora margine di manovra, ma la situazione sta diventando ogni giorno più difficile e chi sta al fronte lo vede chiaramente". Quanto alta e quanto pericolosa può diventare questa emergenza? "Questo lo decidiamo noi, ognuno di noi, con il proprio comportamento ed facile passare da un comportamento irresponsabile a uno criminale", ha aggiunto con preoccupazione il medico cantonale il quale ha anche fatto riferimento a risorse, comprese quelle umane, non infinite. "In questo momento ci sono famiglie con cari in ospedale che non possono vedere. È la combinazione più brutta che potesse accadere e che si possa vivere". "Devastante", l'ha definita Merlani. Attualmente è previsto un sostegno psicologico in primis verso i malati e i curanti. "Anche i familiari, nel limite del possibile, possono beneficiare di questo sostegno psicologico che rischia di venire meno se la situazione precipitasse ulteriormente"

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