Santiago Calatrava per Cevio?
La notte tra il 29 e il 30 giugno 2024 la Vallemaggia ha vissuto uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Il nubifragio che ha colpito la regione ha sconvolto la vita di intere comunità, lasciando famiglie senza casa e una valle costretta a reinventare il proprio quotidiano. A Cevio e Lavizzara, il crollo del ponte non ha solo interrotto un collegamento, ma ha spezzato il senso di sicurezza e connessione delle persone, evidenziando l’importanza di rimettere al centro della ricostruzione le vite e le speranze di chi vive questi luoghi. A distanza di mesi, la fase di emergenza ha lasciato spazio alla ricostruzione. Ma la domanda che ci poniamo è: vogliamo semplicemente sostituire ciò che è andato perduto o possiamo immaginare qualcosa di più?
A guidare questa visione sono Cesare Maurino CEO di Cristallina SA e Graniti Maurino SA e la moglie Natascia Finocchiaro Maurino Founder di Cristallina Design, aziende radicate nel territorio e nella tradizione ticinese, che, dopo il devastante nubifragio, si sono impegnate nella ricostruzione di una strada fondamentale per le attività economiche della zona, dai pascoli al commercio, ripristinando un collegamento essenziale per la comunità. Oggi, propongono un progetto innovativo: “Crediamo che la ricostruzione del ponte possa essere un’opportunità per realizzare un’opera che vada oltre la pura funzione infrastrutturale. Un simbolo di resilienza, che testimoni la capacità della Vallemaggia di rispondere alla natura con la propria identità più forte: la pietra”.
Per questo motivo abbiamo scritto a Santiago Calatrava. L’architetto e ingegnere spagnolo, noto in tutto il mondo per i suoi ponti e le sue strutture eleganti e dinamiche, ha un legame speciale con la Svizzera. Eppure, nessun ponte è ancora stata realizzato sul territorio elvetico. Il Ticino potrebbe essere il primo cantone a ospitare un suo ponte, trasformando Cevio in un punto di riferimento architettonico-ingegneristico e culturale.
Da sempre, i ponti in pietra non sono solo strutture, ma racconti incisi nella materia più eterna. Dal Ponte di Rialto a Venezia al Ponte di Brooklyn a New York, simboli di memoria e rinascita, la storia ci insegna che un ponte può essere molto più di un collegamento: può diventare un’icona di resistenza e identità. Immaginiamo il nuovo Ponte di Cevio come un’opera sicura e solida, pensata per sostenere il passaggio di veicoli, persone, turisti e animali, restituendo alla regione un’infrastruttura essenziale. La sua forza risiederà nel marmo Cristallina, estratto proprio da questa terra segnata dal nubifragio. Un materiale unico, l’unico marmo della Svizzera, simbolo di resistenza e durata. Insieme al granito della Vallemaggia, valorizzerà le risorse locali trasformando la distruzione in rinascita e restituendo identità al territorio. Un ponte che non si attraversa soltanto, ma si vive. Un’opera che celebra la memoria, la tradizione e la forza del nostro territorio, diventando un capolavoro senza tempo capace di raccontare al mondo l’identità unica della nostra valle.
Abbiamo già presentato questa proposta al Consiglio di Stato, al Presidente on. Christian Vitta e all’on. Claudio Zali, perché crediamo che questa non sia solo un’idea suggestiva, ma un’opera possibile e necessaria. Il Ticino ha già saputo coniugare tradizione e architettura contemporanea con opere come la Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, progettata dall’architetto Mario Botta e ricostruita dopo che una valanga distrusse l’originale nel 1986. Perché non immaginare un nuovo ponte che celebri l’innovazione, la memoria e l’identità ticinese? Oggi la discussione è aperta. La scelta non riguarda solo una strada o una struttura, ma il futuro del territorio. Questo progetto rappresenta una grande opportunità di rilancio economico e turistico per la regione. Un’infrastruttura di tale valore potrebbe diventare un punto di riferimento per il turismo, attirando visitatori, studiosi e appassionati di architettura e ingegneria. Allo stesso tempo, il cantiere e la sua realizzazione favorirebbero la crescita dell’economia locale, coinvolgendo aziende, artigiani e professionisti del settore. Nuovi posti di lavoro verrebbero creati non solo nella costruzione, ma anche nella manutenzione e nella promozione dell’opera nel lungo termine. Sappiamo che è un’idea ambiziosa, ma sono le visioni audaci a cambiare un territorio.
Cesare e Natascia Maurino
Il Ticino è pronto a entrare nella storia con un ponte che sia arte e sviluppo? Facci sapere cosa ne pensi!