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Gli uccelli del Ticino in inverno

Cosa fanno i pettirossi nella stagione fredda?

Due intrusi fra i gabbiani comuni
27 novembre 2021
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Parte il 1° dicembre la quarta stagione di raccolta dati per la realizzazione dell’Atlante degli uccelli del Ticino in inverno che si concluderà il 31 gennaio. Si tratta del secondo progetto di questo tipo in Ticino, dopo quello pubblicato ormai trent’anni fa e che aveva permesso, unico esempio in Svizzera, di effettuare la scansione completa dell’avifauna di un cantone nella stagione più fredda dell’anno. “Più fredda” si fa per dire poiché il riscaldamento globale ci ha regalato nell’ultimo trentennio una serie di inverni miti. Sarà così anche quest’anno? Gli uccelli del Ticino hanno approfittato dei maggiori tepori e quindi delle maggiori risorse alimentari? Com’è cambiata spazialmente e altitudinalmente la distribuzione delle specie rispetto agli anni 80? Quali specie non arrivano più in inverno, quali sono le nuove, quali tendono a fermarsi? A queste domande gli ornitologi di Ficedula sono impegnati a dare le risposte, ma non saranno i soli a collaborare a questo progetto. Un numero sempre crescente di cittadini, anche con l’aiuto dei media e de laRegione, ha acquisito competenze tali da poter contribuire ai progetti di citizen science e rendersi utile alla ricerca scientifica.

Un bilancio

Nei primi tre inverni sono stati raccolti più di 90’000 dati, oltre il quadruplo del precedente atlante. La spiegazione va ricercata nel maggior numero di ornitologi e birdwatcher attivi in Ticino, all’accresciuta disponibilità e diffusione di mezzi informatici e alla maggiore sensibilità e competenza dei cittadini. Le specie identificate sono finora 156 comprendenti 6 specie alloctone, cioè individui di specie non europee e di origine domestica. Un fenomeno nuovo oltre all’individuazione di 19 specie non presenti nel precedente atlante: fra queste il Gipeto, lo Zigolo golarossa il Pendolino, il Panuro di Webb (piccolo passeriforme cinese ormai acclimatato nella Pianura Padana) come pure qualche individuo di Ibis sacro. Ci sono già evidenti segnali che mostrano gli effetti del riscaldamento invernale: lo Storno è una presenza invernale abituale, lo stesso è per il Passero solitario, specie mediterranea che nidifica con una piccola popolazione che fa solo qualche piccolo spostamento e la Rondine montana, presente in inverno in punti insospettabili. Oltre al Pettirosso, che risulta la specie con maggior diffusione, le specie più presenti in inverno sono Fringuello, Cinciallegra, Merlo, tutte specie ben diffuse alle basse altitudini. Le fasce altimetriche al di sotto dei 300 m sono le più utilizzate. Il numero di specie diminuisce con l’aumentare della quota. Le Bolle di Magadino, il Piano omonimo, il Delta della Maggia e le rive di Verbano e Ceresio sono le più ricche di fauna e di segnalazioni. Sono 250 i rilevatori più attivi ma sono stati inviati dati da oltre 600 persone.

Dove sono i Pettirossi?

Il Pettirosso è senza dubbio la specie più conosciuta dal grande pubblico in inverno. In moltissimi lo aspettano, anno dopo anno, nello stesso giardino pronti a offrirgli semi di girasole e briciole. Solitario durante l’intero ciclo annuale, delimita il territorio anche per lo svernamento. Il suo canto è tipico ed è un melodioso sottofondo facilmente riconoscibile. Ma perché il Pettirosso si fa vedere soprattutto in inverno e durante i mesi primaverili e autunnali?

Il Pettirosso è un migratore a corto raggio. La popolazione ticinese nidificante nei nostri boschi sverna in una vasta area compresa tra l’Italia e la Spagna e lungo le coste algerine del Mediterraneo e subisce un ricambio in inverno, quando arrivano gli individui dal Nord Europa fino al Baltico.

Durante i primi tre anni di rilevamento il Pettirosso si conferma la specie maggiormente segnalata con ben oltre 9’000 osservazioni! In inverno la specie appare ampiamente distribuita. Nel Sottoceneri la si ritrova in tutte le aree pianeggianti, fino a un buon tratto della Valle di Muggio e della Valcolla. Anche nel Sopraceneri è presente in tutti i principali fondovalle. In Vallemaggia abbiamo segnalazioni fino a Prato Sornico mentre in Leventina le osservazioni sono sporadiche a nord di Giornico e in Valle di Blenio fino a Olivone. Ma è davvero così? Nonostante l’alto numero di segnalazioni rimangono ancora diverse incognite. Mancano dati nelle aree scoperte o si tratta di un’assenza reale? Ai lettori la risposta. Contribuite anche voi al progetto inviando le vostre osservazioni di Pettirosso!

Come partecipare

La ricerca si svolge su più livelli in modo da coinvolgere il maggior numero di persone con le loro conoscenze. Oltre alla localizzazione precisa e diffusa degli uccelli e alla loro cartografia puntuale gli ornitologi procedono a conteggi esaustivi su tragitti predefiniti di un’ora.

Si cercherà di raccogliere il maggior numero di informazioni per celle chilometriche. La base è la carta topografica nazionale. Incrociando le informazioni e utilizzando alcuni algoritmi si arriverà a definire gli areali di ciascuna specie. Ogni segnalazione certificata conta per questo aspetto. Nelle celle di residenza degli ornitologi ci si aspetta una maggior accuratezza e abbondanza di informazioni. Sarà quindi possibile stabilire l’elenco cumulativo delle specie per inverno e per periodo atlante.

Per stimare l’abbondanza di ogni specie per fasce altimetriche e aree conteranno molto i rilievi quantitativi su transetti riservati agli ornitologi esperti.

Anche i dati sulle mangiatoie in giardini e balconi saranno considerati per definire la distribuzione delle specie e daranno indicazioni utili sull’avifauna urbana. Per i confronti con l’atlante di trent’anni fa ci si avvarrà della collaborazione con MeteoSvizzera, in particolare la Stazione di Locarno Monti permetterà di accedere ai dati climatici.

Chi fa impara. Questo è l’invito a partecipare rivolto ai lettori de laRegione. Nelle prossime settimane organizzeremo attraverso i portali numerosi corsi di identificazione destinati anche a chi ha competenze limitate. Tutte le informazioni sul calendario come pure sui metodi dettagliati della ricerca sono disponibili sul sito dell’associazione www.ficedula.ch. Siamo raggiungibili anche telefonicamente ai numeri di telefono 079 207 14 07, 091 795 12 80 e 091 795 31 41.

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