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A qualcuno piace freddo!

Alcuni trucchi per sopravvivere all’inverno!

Il bue muschiato, un animale ‘antico’ / © Klein & Hubert, WWF
11 gennaio 2020
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Per molte creature è tempo di affrontare i rigori del clima. C’è chi non ha problemi perché indossa pellicce caldissime e chi, invece, la pelliccia la cambia, per mimetizzarsi nell’ambiente circostante e sfuggire ai predatori. C’è poi chi migra preferendo svernare in luoghi caldi e chi, al contrario, resta, ma si rintana e va a… dormire! Andiamo a scoprire quali trucchi mettono in atto gli animali per sopravvivere al freddo e quando il cibo scarseggia.

I buffi pinguini

Non si vedono ma ci sono: le piume dei pinguini sono le più fitte del mondo! Nessun uccello ne possiede in ugual numero. Sono corte, è vero, ma talmente ricche da formare una vera e propria barriera impenetrabile contro il freddo. E sì, anche contro le gelide acque antartiche. Un po’ come una muta da sub. E a proposito di sub: lo sai a che profondità può arrivare un pinguino? Fino a 400 metri! Dove regna il buio e il gelo è insostenibile. E, quando una volta l’anno mutano le piume, cosa fanno i pinguini? Non si azzardano a mettere in acqua neppure una zampa. Buffi sì, ma mica tonti!

Un bue con il cappotto

Il bue muschiato è uno degli animali più “antichi” della Terra. I suoi antenati erano contemporanei dei mammut e, già un milione di anni fa, popolavano le sconfinate steppe e le tundre della Siberia. Sopravvivono al gelo artico con l’aiuto di un manto “doppio strato”: il primo, quello esterno, è composto da peli lunghi anche più di 90 cm. Sotto a questo però ce n’è un altro, caldo e morbidissimo, talmente folto che né il freddo né l’umidità riescono a penetrarvi.

La volpe

Anche la graziosa volpe artica può contare su una pelliccia a prova di… bufera! Il suo candido pelo, talvolta dai riflessi argentati, è molto fitto e piuttosto arruffato; del resto deve proteggerla nei lunghi spostamenti sul ghiaccio e anche nelle brevi nuotate. Per meglio isolarsi dal freddo, le sue larghe zampe, un po’ come racchette da neve, sono protette da una folta lanugine nella parte inferiore. E quando dorme, come si protegge dal gelo? Con una morbidissima coperta: è incorporata. Si tratta della lunga e calda coda che la volpe avvolge attorno alle zampe riducendo al minimo la dispersione di calore corporeo.

Il cuore… lento

Durante il letargo, la temperatura corporea della marmotta scende fino ad arrivare a 6-9 gradi dal punto di congelamento! E il suo cuore batte appena 4-5 volte al minuto. Accade lo stesso anche ai pipistrelli, il cui ritmo cardiaco scende dai 100 battiti al minuto fino ai 10. E non è tutto! Talvolta un pipistrello in letargo può far trascorrere un minuto intero fra un respiro e l’altro.

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Per chi d’inverno non va in letargo (ma vuole comunque sfuggire ai predatori) è d’obbligo almeno un cambio d’abito! O, per meglio dire, di pelliccia. Ed ecco che le livree estive dell’ermellino, della pernice artica e della lepre variabile mutano di colore e, nella stagione invernale, si trasformano da marrone-rossiccio in bianco niveo, per meglio mimetizzarsi nella neve. Il magnifico gufo delle nevi, con il suo candido e fitto piumaggio che si estende fino alle zampe, è ben isolato dal freddo e mimetizzato nella neve. Vivendo nella gelida tundra artica, si è adattato a cacciare di giorno e di notte (tanto è quasi sempre buio!). Abita la Groenlandia e le regioni polari del Nord America, dell’Europa e dell’Asia. Nidifica a terra, nella tundra, sfidando venti gelidi e bufere. Che coraggio!

Il trucco è negli zoccoli

Abbiamo capito: serve una folta pelliccia per sopravvivere al gelo. Ma a camminare sugli strati di neve ghiacciata senza rischiare brutti scivoloni, come si fa? E, soprattutto, cosa trova da mangiare chi non va in letargo? La renna ha le risposte a queste domande: riesce a spostarsi e a nutrirsi anche quando la tundra è interamente ricoperta da uno spesso strato gelato. Può farlo grazie ai suoi sorprendenti zoccoli che, come rampini, si divaricano per meglio fare presa sul ghiaccio e, all’occasione, si trasformano anche in “picconi” consentendo all’animale di scavare sotto lo strato di neve gelata alla ricerca dei preziosi licheni di cui si nutre.

E il lichene come fa?

E già che siamo in tema, come fanno i licheni a crescere e prosperare in questi climi polari a latitudini impossibili, dove pochissimi altri vegetali sopravvivono? Facile: usano un antigelo naturale: il glicerolo. Una speciale sostanza che impedisce la formazione dei cristalli di ghiaccio nelle cellule. E non sono gli unici depositari del “brevetto”. Infatti, anche alcuni pesci artici e diverse altre creature usano il glicerolo per evitare il congelamento.

Il giramondo

Il caribù è un instancabile viaggiatore: si tratta del “cugino” americano della renna. E come la renna possiede un caldo mantello e zoccoli adatti a camminare sul suolo ghiacciato e innevato. Si tratta comunque forse del mammifero che viaggia di più al mondo – se escludiamo l’uomo –, visto che la femmina percorre ogni anno ben 5mila chilometri, facendo la spola fra le foreste canadesi e la tundra artica. Che dire: questo animale è veramente straordinario.

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