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I tropici e le loro sfide

Domani si celebra la Giornata internazionale dei Tropici

I tropici, luoghi pieni di vita © WWF-US / Keith Arnold
28 giugno 2019
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L’ONU ha istituito questa giornata per ricordare l’importanza dell’area compresa fra il Tropico del Cancro (a nord) e il Tropico del Capricorno (a sud). In queste zone si registrano temperature molto elevate. In alcuni casi vengono prosciugati interi laghi. Esistono due stagioni: quella piovosa e quella secca. Ma perché i tropici sono così importanti? Innanzitutto, rappresentano il 40% della superficie totale del mondo e ospitano circa l’80% della biodiversità mondiale, così come il 99% delle specie di mangrovie e il 95% delle foreste di mangrovie. Una caratteristica? Le regioni interne, vicine all’equatore, sono umide e non subiscono particolari variazioni stagionali della temperatura giornaliera. Devono affrontare anche varie sfide: cambiamenti climatici, deforestazione, disboscamento, urbanizzazione e cambiamenti demografici. I tropici hanno la metà delle risorse idriche rinnovabili al mondo. Un’area che dovrà far fronte a tante sfide e che entro il 2050 ospiterà la maggior parte della popolazione mondiale.

Sponde più forti per la Breggia

Aceri, cornioli e salici e ancora arbusti di frangola, olivello spinoso e sambuco: le rive della Breggia, prima spoglie e in balia del fiume nel tratto che va dal Mulino del Ghitello all’ex Saceba, sono ora protette da un manto selezionato di cespugli e piante.

È il frutto di un progetto promosso dal Parco delle Gole della Breggia e realizzato con il sostegno del WWF e della Blue Planet Stiftung Virginia Böger X.X. L’obiettivo – oltre a rinforzare gli argini in un’area caratterizzata da erosione e vegetazione instabile – era valorizzare dal punto di vista ecologico la fascia che divide il torrente dalla zona aperta. Ma non solo. Nell’elaborare questo intervento, si è tenuto conto anche della storica vocazione agricola di questo territorio. Rispondendo a un desiderio dell’azienda che gestisce il vigneto presente nel parco, la Bianchi di Arogno, si è così provveduto a piantare 100 arbusti di sambuco nero. Dalla sapiente fermentazione dei suoi fiori l’impresa biologica ricava una bevanda tradizionale dal basso tenore alcolico: il sambuchino.

Prima che i nuovi alberi e arbusti andassero a dimora, il tratto della Breggia tra il Mulino del Ghitello e l’ex cementificio Saceba – nel territorio dei Comuni di Morbio Inferiore, Castel San Pietro e Balerna – era caratterizzato da una vegetazione arborea poco diversificata e da roveti frammisti a specie alloctone invasive. In alcuni punti, inoltre, grossi alberi pericolanti e l’erosione naturale rendevano precaria la stabilità degli argini.

In una prima fase si è proceduto alla pulizia delle rive dai rovi e all’abbattimento delle piante instabili o deperite. In seguito, si è passati alla piantumazione tenendo presenti quattro criteri: la vegetazione doveva essere variata, di dimensioni adeguate al paesaggio, idonea a stabilizzare gli argini e dai costi di manutenzione ridotti. Il risultato è una commistione di biancospino comune, caprifoglio peloso, frangola, sambuco nero, salice, corniolo maschio, cappel di prete, acero e olmo campestri, crespino comune, olivello spinoso, ligustro, nespolo, noce, orniello e prugnolo selvatico distribuita su nove superfici d’intervento. Gli arbusti e gli alberi, quasi 500 in totale, sono stati disposti in modo da evitare una struttura a scacchiera e avere così un aspetto più naturale possibile.

Il risultato sono rive più stabili, un ambiente ecologicamente più ricco e un paesaggio più gradevole.

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