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I cavallucci marini, pesci particolari!

23 settembre 2017
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Anche se il loro nome deriva dalla parola “cavallo”, i cavallucci marini non sono dei cavalli che vivono sott’acqua. È per via della forma della loro testa, simile a quella di un cavallo, che si sono aggiudicati questo particolare nome. Ma allora che animali sono? I cavallucci marini, detti anche ippocampi, sono in tutto e per tutto dei pesci. Osservandoli da vicino, è possibile riconoscerne le branchie, le pinne pettorali e una pinna dorsale proprio come in un normalissimo pesce. Le pinne pettorali, che assomigliano vagamente a delle orecchie, servono a spostarsi verso destra e verso sinistra. Grazie alla pinna dorsale, invece, possono nuotare rimanendo in posizione eretta. Gli ippocampi sono dei pessimi nuotatori e sono estremamente lenti. Alcune specie impiegano un’ora per percorrere un metro! I cavallucci marini vivono in prossimità della costa dove rimangono nascosti nelle praterie marine o tra i coralli. La maggior parte di questi animali vive nella regione indopacifica tra Australia e Giappone, ma si possono trovare anche in Africa, Europa e Sudamerica. Come i camaleonti questi animali possono adattare i propri colori all’ambiente circostante e possono muovere gli occhi in maniera indipendente l’uno dall’altro. Per evitare di essere trasportati via dalla corrente, si aggrappano grazie alla lunga coda prensile alle erbe marine o ai coralli. Per mangiare aspirano plancton e piccoli crostacei con il lungo muso sdentato. Non esiste una sola specie di cavalluccio marino, ma più di 33! Quando due cavallucci marini si incontrano, spesso rimangono insieme per tutta la vita. Iniziano una danza di accoppiamento che può durare giorni. Tra i cavallucci marini non sono le femmine a partorire, bensì i maschi, dotati di un apposito marsupio nel quale la compagna depone le uova. Il maschio feconda le uova nel suo ventre e porta a termine la gravidanza. I piccoli vengono al mondo da 9 a 30 giorni dopo. La maggior parte delle specie partorisce dai 100 ai 300 cuccioli alla volta ma esistono specie che hanno quasi 2’000 piccoli in un colpo solo! Dopo la loro nascita i cavallucci, grandi solo pochi millimetri, devono cavarsela da soli. Gli ippocampi non hanno nemici naturali perché sono troppo liscosi, duri e indigesti. Ciononostante alcune specie sono minacciate a causa dell’uomo: in Asia, infatti, si pensa che i cavallucci marini possano curare malattie e quindi vengono essiccati e poi mangiati. Inoltre, finiscono accidentalmente nelle reti e vengono ributtati in mare una volta morti. Per questo motivo il WWF contribuisce allo sviluppo di nuovi metodi di pesca.


Le alpi e i prati secchi

Le Alpi sono un ambiente di grande importanza naturalistica in cui vivono decine di migliaia di specie di piante e animali, molte delle quali endemiche, ossia si trovano solo qui. Ad esempio, di circa 4’500 specie di piante vascolari delle Alpi, quasi l’8% sono endemiche. L’unicità della flora alpina deriva dalla varietà di habitat presenti e dalle condizioni ambientali esistenti che spingono le specie a evolversi per adattarsi a questi ambienti particolari.
Le Alpi però sono anche la catena montana più densamente popolata ed economicamente sfruttata al mondo. Questo implica una enorme pressione sul territorio e sulla sua biodiversità, tanto che molti ambienti, e molte delle specie che vi vivono, sono sempre più frammentati e in pericolo. Per questo il WWF ha incluso le Alpi fra le sue ecoregioni, cioè quelle regioni particolarmente importanti a livello globale nelle quali concentrare gli sforzi di conservazione. Al loro interno sono poi state identificate delle aree più piccole particolarmente importanti dal punto di vista naturalistico, chiamate “Aree prioritarie di conservazione”. Una di queste gemme preziose è il Sottoceneri.
Per preservare la biodiversità di quest’area, il WWF e il suo partner, l’Alleanza Territorio e Biodiversità, hanno individuato degli ambiti prioritari d’intervento: gli habitat d’acqua dolce, la messa in rete degli ambienti di fondovalle e delle aree urbanizzate, le formazioni forestali ricche di biodiversità e i prati secchi.
Questi ultimi, i prati secchi – conosciuti anche come prati magri – sono poco noti al grande pubblico eppure sono importantissimi. Sono habitat creati da secoli, se non millenni, di utilizzo agricolo tradizionale. Essi ospitano una grande varietà di piante e animali e costituiscono un rifugio per le specie che richiedono spazi aperti e che, in alcuni casi, si sono evolute proprio per adattarsi a questi ambienti.
Purtroppo questi habitat stanno scomparendo dalle Alpi a seguito dell’abbandono delle pratiche agricole tradizionali. Il WWF ha collaborato, insieme ai partner locali, ai contadini e agli enti pubblici, per recuperare e a mantenere alcuni prati secchi situati sulle pendici del Monte Generoso. Questo sforzo contribuirà a preservare la ricchezza ecologica della regione e a mantenere un patrimonio culturale. Questi prati sono tra gli ultimi luoghi in Svizzera dove crescono ancora allo stato selvatico la rara Peonia e l’Asfodelo montano. Questo fine settimana, i volontari del WWF si incontrano per aiutare a gestire uno di questi prati secchi per far sì che anche in futuro vi crescano ancora fiori come la Peonia.

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