estremismo di destra

Sei membri di Junge Tat non vogliono pagare le multe

L’annuncio in un video pubblicato su X: ‘Questa è repressione, un attacco alla nostra libertà d’espressione’

Materiale sequestrato ai membri di ‘Junge Tat’
(Keystone)
14 ottobre 2024
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Sei membri del gruppo di estrema destra Junge Tat non vogliono pagare le multe inflitte loro dalla Procura di Zurigo. Lo hanno annunciato in un video pubblicato lunedì sul social network X.

"Non lasceremo che questa repressione ricada su di noi", ha detto nel video un membro di "Junge Tat". Ritiene che il procedimento contro di loro costituisca un attacco alla libertà di espressione. È la prima volta che vengono avviati procedimenti legali contro rappresentanti del gruppo di estrema destra.

Alla fine di settembre la Procura di Zurigo ha condannato sei membri del gruppo a pene pecuniarie comprese tra 100 e 180 aliquote giornaliere. Sono stati condannati per discriminazione razziale, violazione della libertà di credo e di culto, violazione della quiete pubblica e violazione della legge sugli esplosivi.

Secondo la giustizia di Zurigo, i sei membri di “Junge Tat” hanno commesso questi reati tra febbraio 2022 e aprile 2024. In particolare, il 19 giugno 2022 hanno tentato di interrompere una funzione religiosa del Pride a Zurigo. Sono accusati inoltre di disturbo a un evento durante cui delle drag queen leggevano libri ai bambini alla Maison de la danse nell'ottobre 2022 a Zurigo. Inoltre, a Winterthur (Zh), sono saliti sul tetto di un centro commerciale e hanno appeso uno striscione a favore della "remigrazione", cioè dell'espulsione degli stranieri.

Il caso Sellner

Il 19 ottobre l'estremista di destra austriaco Martin Sellner avrebbe dovuto tenere un discorso a una manifestazione organizzata nel cantone di Zurigo da "Junge Tat". L'Ufficio federale di polizia (Fedpol) gli ha tuttavia vietato l'ingresso in Svizzera.

Martin Sellner ha annunciato l'intenzione di intraprendere un'azione legale contro questo divieto d'ingresso in Svizzera. È pronto anche a ricorrere a non meglio precisati “escamotage” per aggirare il divieto d'ingresso.

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