laR+ ricongiungimento familiare

‘Duello’ fra ticinesi sull’allentamento

Anche i cittadini svizzeri, come quelli Ue e Aels, devono poter far venire più facilmente nella Confederazione parenti che vivono in Paesi terzi, ossia non coperti dall’Accordo sulla libera circolazione (Alc). Lo prevede una modifica della legge sugli stranieri adottata ieri dal Consiglio nazionale con 104 voti contro 86 e 7 astenuti. Una minoranza essenzialmente composta da esponenti dell’Udc e del Centro ha chiesto la non entrata in materia, denunciando l’allentamento delle condizioni che gli stranieri devono rispettare per beneficiare del ricongiungimento familiare.

La riforma comporta «un ulteriore allentamento delle regole, già deboli, sul controllo dell’immigrazione», ha detto Piero Marchesi (Udc) sostenendo che ciò «causerà un disastro sociale e culturale». A suo avviso il progetto «ignora crassamente» le disposizioni costituzionali approvate dal popolo con l’iniziativa ‘contro l’immigrazione di massa’. Marchesi teme poi un aumento della spesa sociale a carico dei cantoni.

Per il relatore commissionale Giorgio Fonio (Centro) il progetto permetterà invece di correggere una «vergognosa disparità di trattamento» subita dai cittadini svizzeri rispetto agli stranieri. La maggioranza ha anche ritenuto esagerate le preoccupazioni in merito all’aumento delle spese dello stato sociale. Il progetto, inoltre, consente il ricongiungimento familiare solo se si può assicurare il mantenimento delle persone che ne beneficiano. Queste ultime devono anche disporre di un alloggio appropriato.

Il consigliere federale Beat Jans ha ricordato che l’Ufficio federale di giustizia ha confermato la costituzionalità del progetto, a condizione che a beneficiarne sia un numero limitato di persone. Il dossier passa ora all’esame degli Stati. ATS/RED