Svizzera

Il cielo elvetico non è protetto quanto basta da droni e missili

A ritenere la difesa aerea federale non sufficientemente equipaggiata è Albert Stahel, professore emerito di strategia militare all'Università di Zurigo

In sintesi:
  • Un miglioramento sul fronte della difesa dello spazio aereo è previsto solo tra qualche anno
  • Secondo Stahel la Confederazione ad oggi non sarebbe in grado di respingere un'aggressione su larga scala
Il radar multifunzionale SAMP/T del sistema di difesa aerea svizzero
(Keystone)
21 aprile 2024
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La protezione dello spazio aereo elvetico fa acqua: a differenza di Israele, la Svizzera non sarebbe in grado di respingere un'aggressione con un gran numero di droni e missili.

"La nostra difesa aerea è inadeguatamente equipaggiata", afferma Albert Stahel, professore emerito di strategia militare all'Università di Zurigo, in dichiarazioni alla SonntagsZeitung. "Non saremmo in grado di resistere a lungo a un attacco massiccio con droni, missili da crociera e jet da combattimento".

L'esercito dispone attualmente di 30 caccia F/A-18 obsoleti, oltre a 27 unità di fuoco per la difesa aerea media e 96 unità Stinger. Si tratta di missili terra-aria che possono essere lanciati da una sola persona. Ci sono anche sensori per la sorveglianza dello spazio aereo.

"Al momento abbiamo un problema", afferma Josef Dittli, consigliere agli Stati (UR/PLR) ed ex ufficiale di carriera, a sua volta citato dal domenicale. E questo, a suo avviso, non sarebbe privo di rischi. "I conflitti militari come quelli in Ucraina o in Medio Oriente possono aggravarsi e colpire improvvisamente la Svizzera: nessuno sa cosa accadrà".

Cosa succederebbe, ad esempio, se si verificasse un attentato durante la prevista conferenza di pace in Ucraina sul Bürgenstock a metà giugno? La Polizia cantonale di Nidvaldo, responsabile della sicurezza, risponde in modo che la testata zurighese giudica evasivo: "Per motivi tattici, non forniamo informazioni sulle misure di sicurezza", viene affermato. Il dispositivo viene costantemente rivisto e può se necessario essere adattato, precisa l'autorità.

Un miglioramento sul fronte della difesa dello spazio aereo è previsto solo tra qualche anno: i primi caccia F-35 arriveranno in Svizzera a partire dal 2028 e il sistema di difesa aerea Patriot, che attualmente svolge un ruolo importante in Ucraina, giungerà dal 2026. Le unità Patriot saranno però in grado di proteggere solo una parte del Paese, circa 15'000 dei 41'000 chilometri quadrati.

"L'acquisto di missili guidati Patriot è il primo passo nella giusta direzione, verso una difesa aerea completa", sostiene Stahel. A suo dire la Svizzera ha bisogno di altri sistemi, come i cannoni Skyranger di Rheinmetall. Secondo Dittli, è anche necessario aderire allo Sky Shield europeo. "Senza la cooperazione con altri Paesi non si va avanti".

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