Sotto la lente e oggetti di parecchi reclami i servizi online della radiotelevisione svizzero-tedesca sul conflitto in Medio Oriente: 80 casi in due mesi
La guerra in Medio Oriente ha provocato un'ondata di reclami riguardanti i programmi e i contributi online della radiotelevisione svizzero-tedesca Srf. In due mesi ne sono stati presentati ben 80, hanno annunciato oggi, venerdì 19 aprile, gli ombudsman della Srg Deutschschweiz.
Questi ultimi indicano di essere rimasti ripetutamente senza parole per le dichiarazioni e i termini duri usati nei reclami. Ad esempio, i denuncianti hanno descritto la Srf come parzialmente responsabile del fatto che i cittadini ebrei in Svizzera sono sempre più spesso oggetto di episodi di antisemitismo dopo l'attacco terroristico del 7 ottobre. D'altro canto, la Srf è stata accusata di sostenere il genocidio e il regime di apartheid in Israele.
"Nemmeno durante la pandemia di coronavirus, con oltre 1'000 reclami sia nel 2020 che nel 2021, l'ufficio dei mediatori aveva ricevuto nell'arco di due mesi un numero così elevato di segnalazioni come per gli eventi successivi al 7 ottobre 2023", si legge nel rapporto annuale dell'ombudsman.
Secondo il rapporto, nel 2023 i mediatori radiotelevisivi hanno ricevuto un totale di 836 segnalazioni. A 35 di queste è stato dato seguito parzialmente o totalmente.
Come negli anni precedenti, oltre al conflitto in Medio Oriente, i temi riguardanti il clima, i lupi, l'Udc e il Covid sono stati regolarmente oggetto di reclami. La rabbia per il linguaggio di genere si è invece attenuata o i critici vi si sono abituati, hanno sottolineato ancora gli ombudsman.
Ora sono più frequenti le lamentele per la scarsa attenzione prestata alla forma femminile. A titolo di esempio, gli ombudsman hanno citato una critica per il fatto che in un contributo si parlava solo di "contadini" e non anche di "contadine".