Svizzera

Adozioni internazionali, probabili migliaia d’irregolarità

Il rapporto Zhaw mostra che le autorità svizzere avevano indicazioni su pratiche irregolari e problematiche in molti dei Paesi di origine dei bambini

(Keystone)
8 dicembre 2023
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Tra il 1970 e il 1999 ci sono state probabilmente diverse migliaia di casi di irregolarità nelle adozioni internazionali, molte più di quanto si pensasse finora. È quanto emerge da un rapporto, di cui il Consiglio federale ha preso atto. Per porre fine alle pratiche illegali, si impone una revisione del diritto in materia. Già un primo studio sull'adozione di bambini dello Sri Lanka del 2020 aveva messo in luce che le autorità federali e cantonali, nonostante inequivocabili preavvisi di irregolarità, avevano omesso di adottare misure per contrastare gli abusi.

Ora il Consiglio federale ha ricevuto un secondo rapporto sulle adozioni da Bangladesh, Brasile, Cile, Guatemala, India, Colombia, Corea, Libano, Perù e Romania. Gli esperti dell'Università di scienze applicate di Zurigo (Zhaw) hanno analizzato i documenti dell'Archivio federale e consultato 8’000 permessi di ingresso rilasciati tra gli anni 70 e 90. La maggior parte di questi bambini proveniva dall'India, quasi 2’799, seguita dalla Colombia con 2’122, dal Brasile con 1’222 e dalla Corea con 1’065. In tutti e dieci i Paesi di origine si sono verificati casi di traffico di bambini o casi in cui le autorità svizzere preposte all'immigrazione si sono trovate di fronte a bambini la cui origine non era sufficientemente documentata, ha dichiarato la responsabile dello studio, Nadja Ramsauer.

‘Nessun responsabile’

Il rapporto Zhaw mostra che le autorità svizzere avevano indicazioni su pratiche irregolari e problematiche in molti dei Paesi di origine dei bambini. Le rappresentanze svizzere avevano solo una visione limitata di ciò che accadeva nel Paese di loro competenza, ma le autorità federali hanno ricevuto informazioni globali. Le reazioni delle rappresentanze elvetiche e delle autorità federali alle irregolarità erano spesso simili: data la loro area di competenza, si consideravano responsabili solo di una parte della procedura.

Procedure complesse

Per gli esperti, questo atteggiamento si spiega con la complessità delle procedure, la molteplicità delle giurisdizioni e la natura transfrontaliera delle disposizioni giuridiche. Gli autori del rapporto citano anche la convinzione prevalente all'epoca che i bambini adottati sarebbero stati meglio in Svizzera che nel loro Paese d'origine, un'opinione condivisa dai futuri genitori adottivi e dagli intermediari. Vi era anche la forte pressione della domanda e quindi le autorità svizzere hanno dato più peso alle esigenze delle coppie che desiderano adottare che agli interessi dei bambini adottati. La flessibilità concessa per l'ingresso in Svizzera era giustificata dal benessere del bambino.

Revisione della legge sulle adozioni

"Il Consiglio federale riconosce le irregolarità commesse nell'ambito delle adozioni internazionali e deplora il fatto che le autorità non abbiano saputo essere all'altezza delle proprie responsabilità nei confronti dei minori e delle loro famiglie", sottolinea un comunicato. Spetta ora ai Cantoni sostenere le persone interessate nella ricerca delle proprie origini. Raccomandazioni concrete su come coordinare le diverse competenze e aiutare meglio queste persone sono contenute nel rapporto pubblicato il 15 novembre su mandato della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei Dipartimenti cantonali di giustizia e polizia. Inoltre la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider intende convocare nei prossimi mesi i rappresentanti della Confederazione e dei Cantoni a un incontro per discutere su come procedere.

Per l'esecutivo simili irregolarità non devono più avvenire in futuro. Un gruppo di esperti nominati dal Consiglio federale ha sviluppato due possibili scenari. Il primo richiederebbe – oltre a una riforma giuridica – di limitare la cooperazione ai Paesi che "dimostrano" di rispettare le garanzie minime. La seconda opzione sarebbe un ritiro completo dalle adozioni internazionali. Il governo ha incaricato gli esperti di presentare "chiarimenti approfonditi" entro la fine del 2024 in vista di una revisione del diritto.

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