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Trent'anni di somministrazione controllata di eroina

Il primo progetto pilota, che fece della Svizzera una pioniera in questo campo, veniva ufficialmente annunciato il 30 novembre 1993

Trent’anni di eroina controllata (Keystone)

Il primo progetto pilota, che fece della Svizzera una pioniera in questo campo, veniva ufficialmente annunciato il 30 novembre 1993

30 novembre 2023
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Esattamente 30 anni fa si compiva in Svizzera una svolta decisiva nella politica di gestione degli stupefacenti: il 30 novembre 1993 veniva annunciata a Zurigo la prima somministrazione controllata dell'eroina. Oggi esistono 22 centri di distribuzione in tutta la Svizzera. Tuttavia, alcuni Cantoni – tra cui il Ticino – non ne vogliono ancora sapere.

All'origine della svolta fu l'annuncio fatto il 13 maggio 1992 dal Consiglio federale, che si era detto favorevole alla distribuzione sperimentale controllata di eroina ai tossicodipendenti gravi. La Svizzera era così diventata una pioniera in materia.

KeystoneSvizzera pioniera in materia

Quella seduta del 1992 pose una pietra miliare nella politica in materia di droghe: l'allora ministro della sanità Flavio Cotti (Ppd/Ti) aveva annunciato la decisione del Governo di autorizzare medici specialistici alla distribuzione, a titolo sperimentale, di eroina a un massimo di 250 tossicomani, gravemente dipendenti, in situazione di povertà o prostituzione.

Flavio Cotti contrario

Prendere tale decisione non risultò facile: il Consiglio federale si prese una pausa di una settimana per riflettere sulla questione, prima di annunciare la scelta. Qualche mese prima di questa risoluzione storica, lo stesso Cotti aveva rifiutato categoricamente la distribuzione controllata. Ma il fatto che i Cantoni e i grandi partiti si pronunciarono a favore di questo progetto aveva portato il ministro a gettare acqua sul fuoco.

KeystoneUn intervento statale invocato dalla ‘voce del popolo’

Nel 1992, la terapia basata sulla prescrizione di eroina aveva scatenato polemiche. Secondo il gruppo parlamentare della politica contro le droghe, composto da 50 consiglieri nazionali e agli Stati di tutti i partiti borghesi, la Svizzera sarebbe diventata la ‘scena aperta della droga’ di tutta l'Europa. L'Udc si era chiaramente opposta a tale programma. Al contrario, il Ps, i Verdi, l'Anello degli Indipendenti e anche il partito di Cotti, il Ppd, chiedevano un'attitudine liberale con l'eroina.

Zurigo e la scena della droga

Zurigo, ai tempi afflitta dalla ‘scena aperta’ della droga, che richiamava tossicodipendenti da tutta Europa, è stata fin da subito in prima linea nel portare avanti questo progetto. La città aveva già compiuto un primo tentativo – organizzato frettolosamente dalle autorità comunali zurighesi e senza una vera e propria strategia – di risolvere la questione. Il 5 febbraio 1992 aveva infatti decretato la chiusura del cosiddetto ‘parco delle siringhe’ al Platzspitz.

Keystone‘Tutti fuori’ (5 febbraio 1992)

Il tentativo tuttavia era fallito: spacciatori e tossicomani si erano spostati dapprima nelle strade del ‘Kreis 5’ e avevano poi trovato nel giro di breve tempo una nuova sistemazione nella stazione in disuso del Letten. La nuova scena si era decuplicata in dimensioni e orrore, trasformandosi in un teatro a cielo aperto. Le immagini girate sul posto avevano fatto il giro del mondo. I casi di overdose di eroina erano aumentati, così come la criminalità.

La politica dei quattro pilastri

Il 30 novembre 1993 si tenne a Zurigo una memorabile conferenza stampa nel corso della quale venne presentato il sistema di distribuzione controllata della diacetilmorfina, l'eroina medica. Questo secondo tentativo di liberare la città dalla ‘scena aperta’ della droga aveva centrato l'obiettivo di confinare lo spaccio di stupefacenti al ‘chiuso’.

KeystoneSabine Geistlich, presidente dello speciale gruppo di lavoro per l’uso di droghe a basso rischio, e il direttore del test Andre Seidenberg in occasione della conferenza stampa del 30 novembre 1993

Annunciato e preparato da mesi, lo sgombero del Letten era riuscito in particolare grazie all'offerta di misure di assistenza ai tossicomani. L'intervento di circa 300 agenti di polizia era stato preparato con cura e la Confederazione aveva autorizzato la città di Zurigo ad attuare una nuova politica in materia di droga. Basata su ‘quattro pilastri’ (prevenzione, terapia, riduzione dei rischi e repressione), era stata poi estesa al resto del Paese.

In calo reati legati alla droga

Inizialmente attivi solo a Zurigo, i ‘Fixerräume’ (locali di iniezione) dove i tossicomani potevano iniettarsi le dosi in condizioni igieniche accettabili, vennero poi estesi ad altre città della Svizzera tedesca e, in un secondo tempo, in Romandia. Da allora polizia, giustizia e servizi sociali lavorano fianco a fianco in questo settore.

KeystoneUna Fixerräume ai tempi del coronavirus

La distribuzione di eroina medica si è fin da subito rivelata un successo: i partecipanti sono riusciti a stabilizzarsi in modo significativo e i reati legati alla droga nella città di Zurigo sono diminuiti del 70%. Attualmente circa 1'600 persone si riforniscono di eroina medica in uno dei 22 centri di distribuzione in Svizzera.

Ticino fuori dal giro

«Purtroppo ci sono ancora Cantoni che non dispongono di centri di distribuzione di stupefacenti sotto controllo medico», ha dichiarato Thilo Beck, capoclinica in psichiatria presso il centro Arud di Zurigo, interpellato da Keystone-Ats. I punti vuoti sulla mappa sono quelli di Ticino, Giura, Vallese, Turgovia e di quattro cantoni della Svizzera centrale.

KeystonePer molti, ma non per tutti