A una settimana dal Black Friday, le premesse per un boom di acquisti in Svizzera ci sono tutte. Ma non mancano le voci fuori dal coro
Malgrado la fiducia dei consumatori sia ai minimi e l’inflazione si muova ai massimi da decenni, in Svizzera ci si aspetta anche quest’anno un boom degli acquisti in occasione del Black Friday. Le cattive prospettive economiche potrebbero addirittura favorire la giornata, perché le persone andranno forse a caccia di sconti per paura che il loro portafoglio si troverà presto vuoto.
Negli Stati Uniti il Black Friday – sull’origine del nome, cioè del perché del colore nero, vi sono diverse teorie – è il giorno successivo al Thanksgiving, il giorno del ringraziamento, che negli Stati Uniti si celebra il quarto giovedì di novembre: quindi quest’anno fra una settimana. Da decenni segna l’inizio della stagione degli acquisti di Natale. In Svizzera è invece un fenomeno recente: la prima grande catena ad avervi puntato è stata Manor nel 2015, mentre prima gli sconti erano praticati solo da piccoli shop online.
Come spesso accade, la novità importata dagli Stati Uniti ha messo radici molto forti e ora per il settore del commercio è praticamente impossibile farne a meno, come dimostra un giro d’orizzonte effettuato dall’agenzia Awp. Ad esempio presso Melectronic, filiale di Migros, le vendite del giorno in questione sono di solito dieci volte superiori a quelle di un normale venerdì. Anche per Brack.ch, Digitec Galaxus e altri l’evento è ormai segnato molto bene in agenda.
«Il Black Friday ha chiaramente acquisito importanza negli ultimi anni», conferma Patrick Kessler, presidente della federazione del commercio elvetico Handelsverband.swiss. Gli esperti si aspettano che la giornata richiami la folla anche quest’anno, sebbene l’indice sulla fiducia dei consumatori della Seco, la Segreteria di Stato dell’economia, sia al livello più basso da quando viene calcolato, cioè dai primi anni Settanta. «Il potenziale di consumo in Svizzera è elevato, nonostante il sentimento cupo dei consumatori: ciò è dovuto al fatto che la sicurezza del posto di lavoro è ancora buona», osserva Meret Mügeli, economista di Credit Suisse che si occupa del ramo.
Secondo Kessler l’inflazione non sta inoltre ancora mettendo sotto pressione il portafoglio degli svizzeri. «Sono quindi convinto che gli affari del Black Friday e del Natale andranno bene», afferma. Un recente sondaggio condotto dalla sua associazione in collaborazione con l’app Profital mostra che gli abitanti della Confederazione non vogliono rinunciare allo shopping: l’89% degli intervistati ha dichiarato che farà acquisti durante il Black Friday.
Anche i rivenditori sono fiduciosi. Mediamarkt, ad esempio, prevede «almeno lo stesso numero di vendite dell’anno scorso». Lo stesso fa Coop. Pure la maggior parte degli altri operatori interpellati dichiara di aspettarsi volumi di vendita perlomeno in linea con gli anni precedenti.
«Quando l’inflazione percepita aumenta il prezzo diventa più importante per i consumatori: ecco perché i giorni degli sconti possono diventare decisivi, soprattutto nella situazione attuale», spiega Mügeli. Questo potrebbe addirittura portare il Black Friday a essere ancora più popolare rispetto agli anni precedenti: si potrebbe cioè verificare un afflusso di denaro risparmiato per l’evenienza.
«Ci aspettiamo che molti clienti abbiano atteso i giorni degli sconti nella speranza di fare un affare, soprattutto per gli acquisti più importanti», affermano i responsabili delle filiali Coop Microspot e Interdiscount. E anche da Aldi ci si immagina «che taluni abbiano aspettato di più per comprare un nuovo televisore o una macchina del caffè».
I dati statistici suggeriscono che potrebbe in effetti essere stato così: le vendite nel commercio al dettaglio si sono rivelate piuttosto al di sotto della media nel mese di ottobre, il che indica che molte persone aspettano prima di operare acquisti. Anche negli anni passati lo shopping autunnale si è sempre più spostato verso il Black Friday. Il fenomeno interessa pure gli affari natalizi, che da parte loro vengono anticipati, a loro volta verso il ‘venerdì nero’.
Non tutti fanno i salti di gioa. «Sono contrario al Black Friday, perché i rivenditori perdono denaro in quel giorno», osserva l’esperto di commercio al dettaglio Gotthard Wangler. Per vincere contro la concorrenza e avere la proposta migliore i rivenditori devono mettere sul mercato offerte molto interessanti. «Ecco perché di solito regalano parte del margine».
Kessler ritiene che il Black Friday sia un «giorno stupido», perché arriva nel momento sbagliato. «La vicinanza al Natale porta molti rivenditori a distribuire gli sconti in modo non corretto: un Black Friday in giugno avrebbe sicuramente più senso per i commercianti», afferma.
La giornata ruba infatti la scena agli affari natalizi, spingendo i consumatori a fare acquisti poche settimane prima di Natale e a prezzi ridotti. Kessler è convinto che i clienti comprerebbero gli articoli che acquistano a prezzi ridotti durante il Black Friday a prezzi normali a Natale.
Ma non partecipare, per le aziende, non è un’opzione valida. Perché in termini di vendite, il Black Friday è uno dei giorni più forti dell’anno per molti operatori, anche se mancano i margini. «Questa dualità esiste ed è impegnativa: partecipiamo al Black Friday quanto è necessario, ma anche il meno possibile», afferma una portavoce di The Body Shop.
Kessler consiglia alle imprese di non ridurre semplicemente l’intero assortimento: altrimenti i consumatori si abituano e si aspettano di nuovo le stesse promozioni l’anno successivo. È più efficace acquistare la gamma di prodotti del Black Friday appositamente per quel giorno: così facendo si compra anche in grande quantità e si ottengono prezzi particolarmente interessanti da produttori e intermediari, in modo che possono essere preservati i margini.