Svizzera

Servizio civico per tutti: lanciata l’iniziativa popolare

‘Da espressione concreta all’uguaglianza di genere e riconosce le forme di servizio civile come equivalenti a quello militare’. Necessarie 100mila firme

26 aprile 2022
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Tutti dovrebbero, almeno una volta nella vita, fare qualcosa per la comunità e l’ambiente. È con questo spirito che oggi un comitato interpartitico ha lanciato l’iniziativa popolare "Servizio civile per la comunità" per introdurre un servizio civico generalizzato. I promotori hanno tempo fino al 26 di ottobre 2023 per raccogliere le 100mila firme necessarie.

Un simile servizio alla comunità potrebbe essere svolto in seno all’esercito, nel servizio civile, nella protezione civile o in un altro servizio di milizia, stando a una nota del comitato interpartitico. Tuttavia, gli effettivi destinati all’esercito e alla protezione civile dovranno essere garantiti. La tassa d’esenzione, l’indennità per perdita di guadagno e le altre disposizioni esistenti rimarrebbero invariate. L’impiego di stranieri sarebbe regolato per legge.

‘Un’espressione concreta all’uguaglianza di genere’

"L’iniziativa è un passo storico in due direzioni. Dà espressione concreta all’uguaglianza di genere nel servizio comunitario e riconosce le forme di servizio civile come equivalenti al servizio militare", sostengono i promotori. "La Svizzera passerebbe così da un obbligo di servizio esclusivamente militare e maschile a un impegno di milizia per tutti", stando al comunicato.

Il servizio civico, si dicono convinti i fautori dell’iniziativa popolare, getterà dei ponti fra le generazioni e rafforzerà la solidarietà. "Solo insieme possiamo affrontare le sfide del prossimo secolo, come le crisi sanitarie, il cambiamento climatico, la sicurezza informatica", specifica la nota.

L’idea dell’iniziativa è venuta all’associazione servicecitoyen.ch fondata a Ginevra. Vi partecipano anche numerosi politici di tutti gli schieramenti, tra cui ex consiglieri nazionali, ma anche consiglieri agli Stati in carica come Johanna Gapany (Plr/Fr) e Charles Juillard (Centro/Ju).

L’iniziativa viene lanciata in un frangente che vede impegnato il Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps) nello studio di diverse varianti volte a garantire anche in futuro un numero sufficiente di soldati e di militi della protezione civile. Tra queste varianti figura anche l’obbligo di servire per le donne. Scartata invece la possibilità di un servizio civico obbligatorio poiché, secondo il Ddps, il nesso con la sicurezza sussiste solo in misura limitata.

Realizzare un’organizzazione federale di servizio civile

L’iniziativa intende riformulare l’articolo 18 della Costituzione federale. Come regola verrebbe mantenuto il servizio militare obbligatorio.

Tuttavia, dovrebbe essere previsto che gli svizzeri, i quali non possono conciliare con la propria coscienza l’adempimento del servizio militare obbligatorio, ne siano esentati se disposti a prestare un servizio civile la cui durata sia pari, al massimo, a una volta e mezzo quella del servizio militare obbligatorio. A tale scopo andrebbe realizzata un’organizzazione federale di servizio civile al servizio della comunità.

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