Svizzera

Svizzeri particolarmente solidali con gli ucraini

La vicinanza geografica e il fatto che siano principalmente donne e bambini hanno giocato un ruolo, spiega il vicepresidente della Cfm.

(Keystone)
13 aprile 2022
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Dall’inizio della guerra in Ucraina, gli svizzeri hanno mostrato grande solidarietà con i rifugiati ucraini. Secondo Etienne Piguet, vicepresidente della Commissione federale della migrazione (Cfm), diversi fattori spiegano questo slancio di solidarietà. L’etnia e la religione non sono però un elemento centrale.

"Nel caso dell’Ucraina, c’è una giustapposizione di una moltitudine di fattori che sono particolarmente favorevoli all’accoglienza dei migranti", ha detto Etienne Piguet in un’intervista pubblicata mercoledì su Arcinfo. Per lui ci sono quattro elementi principali.

Prima di tutto, menziona la vicinanza geografica. Il fatto che la guerra stia avvenendo così vicino. E fa notare che non ci sono casi recenti in cui persone che vivono in Svizzera siano andate a prendere i rifugiati alla frontiera.

Un secondo fattore è la repentinità dell’attacco russo. "Quando succede qualcosa di molto improvviso, siamo commossi, reagiamo", nota. Piguet cita poi il fatto che ci sia un aggressore e delle vittime chiaramente identificabili.

Infine, c’è l’assenza di alternative protettive. "Ho l’impressione che nel caso ucraino l’amministrazione e la popolazione siano convinti che i Paesi vicini, come la Polonia, siano già al limite, e che quindi non ci siano molte alternative se non quella di accoglierli in Svizzera", spiega il professore.

Anche il profilo dei rifugiati, che sono soprattutto donne e bambini, gioca un ruolo. Queste sono le persone per le quali siamo più aperti, disponibili. Questa è una costante storica", sottolinea Piguet.

Alla domanda se il trattamento differenziato dei rifugiati ucraini rispetto ad altri rivelasse una chiusura razzista da parte della Svizzera e dell’Unione europea, il vicepresidente della Commissione federale per la migrazione ha risposto che non pensa che questo sia un fattore esplicativo centrale. Tuttavia, riconosce che il razzismo e la paura dell’Islam giocano un ruolo nelle politiche di asilo europee.

"Anche se può essere un fattore facilitante, non è perché i rifugiati sono bianchi e cristiani che li accoglieremo necessariamente di più", aggiunge. E cita il "controesempio del Kosovo" nel 1999. Per un breve periodo, la Svizzera ha accolto decine di migliaia di persone che non provenivano dall’Europa occidentale ed erano per lo più musulmani.

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