Svizzera

Covid, protezione vaccino insufficiente per immunosoppressi

Lo rivela uno studio dell’Inselspital e dell’Università di Berna. Solo il 20% sviluppa una buona risposta immunitaria

Due dosi spesso non bastano
(Keystone)
8 febbraio 2022
|

Berna – I pazienti immunosoppressi che sono stati in terapia per meno di sei mesi e coloro che hanno subito un trapianto di un rene hanno un alto rischio di sviluppare una forma seria di Covid-19 nonostante la vaccinazione contro il Sars-CoV-2. Lo rivela uno studio dell’Inselspital e dell’Università di Berna pubblicato sulla rivista specializzata “RMD Open”.

La ricerca ha analizzato 23 studi per un totale di 1’342 pazienti che avevano ricevuto una terapia anti-CD20, un trattamento immunosoppressivo. La terapia sopprime deliberatamente il sistema immunitario per prevenire il rigetto di un organo trapiantato.

Secondo quanto comunicato oggi dall’Inselspital di Berna, la protezione contro i decorsi gravi del Covid-19 dopo due dosi di vaccino è insufficiente in molti pazienti immunosoppressi. Solo il 20% sviluppa una buona risposta immunitaria. Se la terapia risale ad almeno sei mesi, tale proporzione sale al 63%.

Lo studio ha anche mostrato che i pazienti che hanno ricevuto un trapianto di un rene hanno risposte immunitarie significativamente inferiori. Anche per questo motivo è importante, secondo i ricercatori, utilizzare strategie di vaccinazione personalizzate per i gruppi particolarmente sensibili. In Svizzera, dallo scorso novembre il piano vaccinale prevede tre iniezioni per queste persone.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE